Archeofilm, Rovereto torna al centro del mondo

Al via lunedì 4 ottobre la ventunesima Rassegna. Con una straordinaria anteprima egiziana


Anna Maria Eccli


È l'icona d'un bronzetto di pugile del V-VI avanti Cristo, trovato a Cles, a tenere a battesimo la 21ª edizione della Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico, nata in seno al Museo Civico di Rovereto, presentata ieri alla stampa. Straordinaria manifestazione, accreditatasi nel tempo come la maggiore a livello mondiale, divenuta punto di riferimento per storici, registi, ricercatori, ma anche semplicemente per gli appassionati del settore, la Rassegna prenderà il via lunedì 4 (tutte le proiezioni, ad ingresso libero, si terranno nell'Auditorium «Melotti», al Mart di Corso Bettini) e per sei giorni inonderà la città dei prodotti cinematografico-documentaristici più belli e curati del mondo. Si concluderà sabato 9 con la cerimonia di premiazione del film vincitore. E come di consueto anche il pubblico potrà assegnare il proprio premio al lavoro più apprezzato.

Oltre 130 i film partecipanti, tra cui una selezione di opere particolarmente ispirate all'impegno sociale o dedicati a particolari approfondimenti; 24 i Paesi presenti (da Francia e Germania, che fanno la parte del leone, allo Sri Lanka, dalla Slovenia al Canada, dall'Egitto alla Norvegia... mentre i film italiani sono oltre 40); 8 Incontri-Conversazioni ad alto livello, che vedranno al tavolo dei relatori archeologi di prima linea: numeri di tutto rispetto. Apertura a 360 gradi per quanto riguarda le tematiche trattate, e se il magnetico Egitto non potrà mancare, si parlerà di Armenia e dei sotterranei di Napoli, di Inca e dell'Isola di Pasqua...

A Trento storica, poi, saranno dedicati i primi due filmati con cui la Rassegna debutta (lunedì, ore 15). E se qualche anno fa proprio dalla manifestazione roveretana partì l'annuncio della retrodatazione dell'inizio della Storia (determinata dal ritrovamento di tavolette d'argilla nell'attuale Iran, incise con caratteri più antichi di quelli cuneiformi mesopotamici), una delle novità più eclatanti di quest'anno ci porta in Egitto: «Grazie alla pluriennale collaborazione con il Consiglio Superiore delle Antichità Egizie della Repubblica Araba d'Egitto - dice Dario Di Blasi, conservatore onorario e curatore della Rassegna - mostreremo, in eccezionale anteprima, le prime immagini scattate all'interno della piramide di Zoser, a gradoni, la più antica finora scoperta, oltre che la più particolare. "A scalare", eretta su base rettangolare, è molto diversa da quelle ritrovate a Giza, ma è ugualmente testimonianza concreta delle strabilianti capacità architettoniche che sono state proprie del popolo egiziano, evidentemente fin dalle origini di questa civiltà. La piramide di Zoser è un progetto del celebre Imhotep, architetto, scultore e medico considerato un precursore di queste scienze ed addirittura divinizzato dai suoi successori. Fu realizzata per ospitare la sepoltura del faraone Zoser, che si dice fosse invidioso della maestosità dei templi sumeri. La piramide, situata nella necropoli di Saqqara, a pochi chilometri a sud dall'attuale città de' Il Cairo, rappresenta da sempre uno dei più eccezionali ritrovamenti relativi alla storia dell'antico Egitto».

Rimasta a lungo inesplorata, la piramide di Zoser svelerà, così, a Rovereto i suoi misteri. Ma poi si vedranno anche le immagini relative ai lavori più recenti eseguiti nel magnifico complesso templare detto di Deir el-Bahari (Monastero del Nord) ed in particolare quelle relative ai lavori nel tempio della regina Hatshepsut. A parlarne saranno degli ospiti eccellenti, i responsabili del Consiglio Superiore delle Antichità Egizie della Repubblica Araba d'Egitto. «A Rovereto si sentirà parlare del tempio funerario di Hatshepsut, il più grande e meglio conservato nel complesso di Deir el-Bahari - continua Di Blasi - La maestosa struttura su tre livelli, composta da ampie terrazze e lunghi colonnati, fu costruita per ospitare le spoglie della celebre quinta sovrana della Diciottesima Dinastia. Hatshepsut fu un personaggio chiave nella storia d'Egitto. Non solo fu la gran sposa reale del faraone Tutmosi II, ma per almeno due decenni governò lei stessa come faraone d'Egitto (cosa del tutto inusuale, ma non senza precedenti), in attesa che il figliastro Tutmosi III avesse l'età sufficiente per succedere al padre».

Dovendo selezionare momenti clou d'una Rassegna che ha abituato il proprio pubblico a qualità, vivacità, interesse straordinari, ricordiamo anche il film che chiuderà la manifestazione (sabato alle 21); in prima assoluta verrà proiettato in l'Italia "Les premiers Européens" (I primi Europei) di Axel Clevenot, film che "si sposta" per i siti archeologici di tutto il continente, ricostruendo le tappe della progressiva antropizzazione del continente europeo in epoca preistorica, attraverso migrazioni e insediamenti che porteranno alla nascita delle società moderne. «Siamo davvero felici che il prezioso lavoro di Axel Clevenot venga proiettato in anteprima nazionale proprio nel corso della nostra manifestazione - ha detto Di Blasi, ricordando l'anniversario dell'Unità d'Italia - la riscoperta delle nostre origini anche come risultato di centinaia di migrazioni di tribù e di popoli avvenute sul suolo europeo, e quindi anche nella nostra penisola in migliaia di anni, è uno dei temi cardine della XXI Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico». In occasione di questa proiezione, il regista sarà a disposizione del pubblico per rispondere a domande e discutere del suo lavoro. Info: www.museocivico.rovereto.tn.it.













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