Val di Fassa

Antermoia, «fila» per gestire il rifugio

 In 98 hanno risposto alla manifestazione di interesse della Sat dopo l’addio dello storico gestore


di Elena Baiguera Beltrami


TRENTO. A memoria dei satini, anche dei più anziani, una risposta così importante sulla possibilità di gestire un rifugio d’alta quota non c’era mai stata. In risposta alla pubblicazione di un avviso di Sat sui media locali e sul bollettino del Cai mazionale a metà gennaio, dove si comunica la ricerca di un gestore per il rifugio Antermoia sono arrivate ben 98 candidature, arrivate da tutta Italia.

“E’ vero che il rifugio è stato appena ristrutturato ed è stata ampliata la ricettività, derogando anche ad un nostro regolamento interno – commenta il presidente della Sat Claudio Bassetti - ed è ubicato in una delle aree più suggestive e strategiche a livello di escursioni e scalate, ma mai ci saremmo aspettati tanto interesse”. Incastonato ai piedi di imponenti, quanto suggestivi bastioni rocciosi, a 2500 metri di quota, 62 di posti letto, il rifugio è aperto da giugno a settembre e si raggiunge solo dopo “scarpinate importanti”, dalla Val di Fassa risalendo la Val Udai per il Passo di Dona, oppure percorrendo per intero la Valle del Vaiolet o ancora, attraversando l’Altopiano del Larsec.

L’Antermoia, che prende il nome dal vicino ed omonimo lago, è la base di partenza per le salite alle cime del Molignon di Dentro e di Mezzo, le cime della Catena del Lago, il Catinaccio d’Antermoia lungo un percorso attrezzato sul versante orientale. Da qui inoltre si parte per le traversate che interessano il gruppo del Larsec. Il gestore Almo Giambisi ha comunicato a Sat la propria decisione di lasciare, dopo 28 anni ininterrotti di conduzione della struttura, poco prima di Natale per una scelta personale, nulla a che vedere con contestazioni o rivendicazioni di sorta, anzi tutt’altro.

Ed ora per la Sat è arrivato il momento di districarsi in mezzo a un centinaio di candidature, per le quali erano comunque richiesti, anche in questa prima fase, dei requisiti minimi: conoscenza del territorio e delle vie d’accesso al rifugio e ai rifugi limitrofi e, come per tutti i rifugisti Sat, la capacità di apprestare azioni di primo soccorso. Come si procederà?

«In molte e mail arrivate esiste già tutta la documentazione utile per una valutazione, in altre – spiega Bassetti – c’è poco più di una manifestazione di interesse. Risponderemo a tutti, chiedendo l’invio dei documenti mancanti e contestualmente invieremo un fac simile di contratto. Resterà da vedere se tutte e 98 le candidature rimarranno in essere. Impossibile dire quanti ne rimarranno in corsa perché questa è un’esperienza unica nel suo genere. Suppongo che alla fine – spiega Bassetti – una scrematura bisognerà farla. Ora faremo colloqui con ogni candidato, sulla la sua storia, la motivazione, le capacità, anche tecniche. Gestire un rifugio è un lavoro difficile di per sé, una struttura con una dotazione tecnologica come l’Antermoia presuppone anche un minimo di conoscenze elettrotecniche, non sarà una scelta facile».













Scuola & Ricerca

In primo piano