infanzia

Anna Chiara ed Eleonora e il loro asilo «speciale»: «Decidono i bambini ed è giusto annoiarsi»

A Mezzolombardo l'esperienza del nido Ciripà e dell'Atelier sospeso: spazio alle attività all'aria aperta, con qualsiasi condizione meteo


Daniele Peretti


Mezzolombardo. Cos’è l’Atelier sospeso? Potrebbe davvero essere una domanda da quiz televisivo con un'alta difficoltà nel trovare la giusta risposta.

Sì, perché non c’è nulla di sartoriale o di moda, ma parliamo di uno spazio educativo all’interno del quale tutto è sospeso, compreso il tempo.

E chi ha mai sentito parlare di scoperta della noia che i nostri bambini subissati da stimoli, proposte ed attività corrono il rischio concreto di non sapere cosa sia?

Tutto questo e non solo, succede all’asilo Nido Ciripà ( 0 – 3 anni ) di Via Fiorini a Mezzolombardo dove Anna Chiara Zadra e Eleonora Gramegna stanno riuscendo a realizzare un progetto partito tra lo scetticismo generale. «In realtà – spiega Annalisa – a fondare Ciripà è stata mia mamma una quindicina di anni fa e quando ha deciso di andare in pensione due erano le alternative: o chiudere o proseguire. Ho deciso per la seconda ipotesi, ne ho parlato con Eleonora e quando abbiamo dato il via al nostro progetto i primi a credere realmente nelle nostre possibilità sono stati i nostri compagni che ancor oggi, quando parliamo della nostra attività, ci spronano e sostengono».

Annachiara, dopo il diploma al Liceo Scientifico, si laurea alla triennale di Scienze dell’Educazione a Rovereto; Eleonora frequenta a Bolzano il Liceo Sociopedagogico e poi si specializza in Educazione Professionale Socio Sanitaria. Dopo aver fatto vari lavori era convinta che il suo destino professionale fosse quello di lavorare a sostegno delle persone con disabilità.

Di contro Annachiara ha praticamente sempre lavorato nel nido di famiglia.

Spieghiamo l’idea alla base dell’Atelier sospeso? «Abbiamo voluto creare uno spazio d’ascolto dei bambini dove siano loro stessi a chiederci cosa fare. E’ una situazione del tutto destrutturata nella quale i bambini sono liberi di esprimersi. Una realtà aperta nella quale nulla è definito e dove si gioca senza nessun limite di tempo».

Un gioco condotto dai bambini? «Il più recente è nato dall’aver trovato i bambini - racconta Eleonora – giocare a costruirsi una casetta con dei materassini. Mi è venuta l’idea di fare il verso del lupo utilizzando un tubo di cartone: risate a non finire, salti e divertimento. Dopo un po' hanno voluto disegnare il lupo e per renderlo più credibile mi hanno chiesto della lana per creare il pelo».

All’interno dell’Atelier è tutto naturale, dai legnetti di betulla utilizzati per giocare, ad una vecchia stufa quelle con i cassetti alla base, trasformata in lavandino.

Spieghiamo i due nomi, Ciripà? «Era il nome che aveva il primo pannolino in stoffa per i neonati che è diventato anche il nostro logo». Atelier sospeso? «Questo l’abbiamo preso in prestito. Reggio Emilia è la capitale degli spazi educativi sospesi, ci sono quelli della luce, della parola e del disegno. Noi abbiamo preferito una definizione generica o meglio, aperta».

La differenza tra i due spazi? «Ciripà è uno spazio dalla psicomotricità limitata dove gli spazi sono praticamente fissi, mentre l’Atelier è uno spazio neutro all’interno del quale tutto è possibile».

Date molta importanza all’attività all’aria aperta. «Fondamentale. Ad esempio i trasferimenti quotidiani tra Via Fiorini e Via de Varda li facciamo con qualsiasi tempo, alla pari delle attività in giardino: nulla ci ferma».

Da tutte queste particolarità, una vostra definizione? «Uno spazio felice dove tutti i giorni si vivono emozioni diverse, dove si ride e ci si diverte pur essendo uno spazio educativo. Ma anche uno spazio aperto che coinvolge tutti, pensi che alla “Caccia alle uova” della scorsa settimana ci siamo ritrovati alla Cantina Foradori in cento!».

Ciripà non si ferma qua. «Assolutamente no, abbiamo realizzato molti dei nostri progetti, ma tanti ne abbiamo ancora. Si era iniziato a fare un aiuto compiti che abbiamo abbandonato perché la scuola statale è troppo arretrata rispetto alle nostre idee. Stiamo invece lavorando in collaborazione col Comune di Mezzolombardo sull’ipotesi 0 – 6 anni che darebbe continuità didattica prima di accedere alle elementari: noi saremmo pronte»

Tra asili nido privati c’è concorrenza? «In Rotaliana c’è spazio per tutti se consideriamo che a livello pubblico, c’è solo un nido intercomunale che ha una ventina di posti. La nostra è però una proposta unica che ci differenzia dagli altri».

Perché? «Ciripà è aperto tutto l’anno tranne la settimana di ferragosto dalle 7 alle 19 col sabato mattina a richiesta. Siamo accreditate per Buoni di Servizio che però non vengono utilizzati, per sfuggire al sistema di gestione rigido che comportano. Abbiamo orari flessibili per venire incontro alle esigenze dei genitori tant’è che sia noi che le nostre dodici collaboratrici abbiamo turni flessibili».

Come si scopre la noia? «Nella nostra “Grande estate di niente” dove proponiamo attività rallentate ed in minor numero per fare in modo che i bambini possano rilassarsi. Ci sono anche momenti nei quali non si fa proprio nulla perché il loro obiettivo è quello di farli annoiare, cosa che durante l’anno non succede mai. Spesso proprio quel trovare qualcosa da fare per rompere la noia crea uno spazio creativo fatto di idee molto belle e originali».













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