Anffas: «I nostri figli dimenticati»

I genitori di disabili denunciano la carenza del servizio trasporti: da Tione a Condino, più di un’ora


di Ettore Zini


TIONE. «E’ grave che i risparmi si facciano sulle fasce deboli»: l’affermazione è di un gruppo di famiglie con figli disabili, ormai maggiorenni che, alla vigilia delle elezioni, lanciano un appello alle forze politiche. In particolare ai candidati.

Sono genitori con figli che frequentano l’Anffas di Tione. Lamentano di non essere ascoltati. Chiedono: «Perché l’handicap, dopo i 18 anni, non fa più audience? Perché s'illudono le famiglie con le parole integrazione, diritti, convenzioni Onu, ecc.? A che cosa servono i tavoli di lavoro, se poi i nostri problemi concreti non arrivano su quei tavoli».

«I bisogni dei ragazzi disabili usciti dal sistema scuola – scrivono – sono indubbiamente diversificati perché sono persone, come tutti gli altri ragazzi. Che però non possono difendersi da soli». E aggiungono: «Dopo aver contribuito all’integrazione nella scuola e al miglioramento della stessa (nessun genitore è presente quanto quello di un figlio disabile! Per noi non esiste l’assenteismo!), dobbiamo rimboccarci le maniche, perché i nostri figli non vengano considerati dei numeri, ma delle persone, titolari di uguali diritti, con necessità differenti».

L’esempio? Uno per tutti, ma non l’unico: la qualità dei servizi. «Che, negli ultimi anni - spiegano – registra un’inversione di rotta». «A fronte di un aumento di partecipazione da parte delle famiglie dobbiamo segnalare una mancanza di risposte adeguate da parte dell’Ente pubblico». Un caso concreto? L’itinerario del pullmino, dal Centro Anfass di Tione a Castel Condino, in val del Chiese. Sì e no 25 chilometri. Coperti, per riportare i ragazzi nelle loro abitazioni. Un’ora e più di viaggio, quando con più risorse e un po’ di buona volontà potrebbe essere effettuato in molto meno. «Parte dal Centro Anffas alle 15.30 e arriva a Castello alle 16.45, dopo le tappe per accompagnare gli altri disabili a Tione, Roncone, Condino e Cimego, e infine andare a Daone». Il guaio, spiegano, che a bordo c’è anche una disabile grave, in carrozzella, bisognosa di un mezzo con accompagnatore perché soggetta a crisi respiratorie e che quindi necessiterebbe, di un servizio più rapido. Il problema non è di oggi, dicono i genitori. «L’anno scorso dalla Provincia hanno risposto che “l’unico mezzo disponibile, con accompagnatore, non può garantire orari diversi da quelli introdotti”». «Quest’anno – aggiungono – il problema si è aggravato. Non si rispettano gli orari del Centro, senza preavvisi alle famiglie, e si verificano ulteriori ritardi. È impensabile che questa disabile trascorra due ore e mezza al giorno su un mezzo di trasporto». Alla mamma che ha interpellato il Servizio trasporti individuali della Provincia (che succederà d’inverno con la neve, con tutte le difficoltà legate al traffico?) è stato risposto che non c’è niente da fare: «quello è il capitolo di spesa». Dunque? «Dunque – termina il gruppo di genitori – invieremo una nuova richiesta alla Pat, sperando di essere ascoltati. E facciamo nostro l’intervento rivolto alle forze politiche dal dottor Luciano Enderle, presidente Anffas Trentino: «Candidati, impegnatevi per i disabili».













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