Andreatta, sindaco record Ma la poltrona ora «balla» 

È l’amministratore più longevo, tra gli incarichi di assessore e primo cittadino Prime deleghe nel 1998. Adesso però la durata della legislatura è a rischio 


di Sandra Mattei


TRENTO. Da quando è stato convinto ad entrare in politica da Lorenzo Dellai nelle fila del partito Popolare italiano, sono passati più di vent’anni. Alessandro Andreatta racconta che era un professore appassionato del suo lavoro, ma che ha accettato di impegnarsi in politica, al servizio della sua città. E la città l’ha ripagato eleggendolo per due volte sindaco, la prima nel 2009 quando vinse con un largo margine del 64,4 per cento sul suo avversario Pino Morandini e la seconda, con un margine più stretto nel 2015, con il 53,7 per cento contro il candidato Claudio Cia.

Anni nei quali la tenuta del centrosinistra non era nemmeno messa in discussione e per gli eredi della tradizione Dc, partito che fino al 1998 ha espresso tutti i sindaci di Trento (a parte il brevissimo mandato di meno di un anno di Gigino Battisti, primo sindaco della Trento liberata dalla dittatura nazifascista, esponente del Partito socialista italiano e morto in un incidente), la vittoria era sempre netta. Dal ’98, il vento cambia in Comune e viene eletto per la prima volta un sindaco della sinistra, Alberto Pacher, (entrato in consiglio comunale con il Partito comunista, dal ’91 diventato Partito democratico della sinistra) ed Alessandro Andreatta è già in consiglio comunale, eletto nel 1995 con la prima elezione diretta di Lorenzo Dellai. Questa ricostruzione in sintesi dei governi cittadini, per dire che Alessandro Andreatta ha raggiunto un record: è l’amministratore più longevo che la città abbia avuto, inteso come incarichi rivestiti sia in giunta che come primo cittadino, con 20 anni di governo alle spalle. La sua carriera di amministratore inizia il 2 ottobre 1998, quando Lorenzo Dellai si dimette per candidarsi a presidente della Provincia e gli succede Alberto Pacher come sindaco reggente, all’epoca suo vicesindaco ed assessore alle politiche sociali. Dellai, pur politico longevo e con il record di sindaco più giovane (nel giugno 1990 aveva 30 anni), ha avuto un’esperienza in Comune relativamente breve, di 8 anni. Diventerà comunque il governatore della Provincia di Trento per tre volte, fino al 2012, quando si dimette per le elezioni politiche del 2013. L’iter di Pacher, che succede a Dellai e in Comune è prima assessore e poi sindaco, (in totale 15 anni da amministratore, come Adriano Goio), sarà un copione che ripete anche Andreatta: diventerà sindaco reggente nel 2008, quando l’esponente del Pd si candida alle elezioni provinciali. Riassumendo, Alessandro Andreatta è stato assessore all’urbanistica dal 1998 e vicesindaco della Margherita dal 2005 e, dopo due elezioni a sindaco, è ancora primo cittadino e lo sarà, salvo prova contraria, fino alla primavera del 2020. Non è dato sapere se l’attuale giunta, uscita dall’ultimo rimpasto ai primi di novembre, reggerà fino alla fine del suo percorso naturale. Quello che è certo è che Andreatta, finito il suo mandato, ha sempre dichiarato che tornerà ad insegnare di Lettere all’Arcivescovile. Certo è pure che la conclusione della consiliatura si sta rivelando più tormentata del previsto.

Andreatta ha deciso il terzo rimpasto, premiando due assessori del gruppo Insieme Trento (Futura), Bungaro e Salizzoni, scontentando però tutti gli altri alleati della coalizione. Il Cantiere quasi azzerato, il Patt che a livello provinciale non fa più parte del centrosinistra e, soprattutto, le opposizioni che aspettano di sfruttare il vento che soffia a destra, per conquistare finalmente il capoluogo di provincia.













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