cantieri infiniti

«Anatema» sugli scavi archeologici di Piedicastello

Anche don Rattin chiede di accelerare i lavori sui reperti in modo da permettere la riqualificazione del quartiere


Claudio Libera


«Se scavi in qualsiaso orto di Piedicastello trovi una pietra antica». Lo sfogo di don Rattin durante l’omelia di sabato sera inquadra bene lo stato d’animo della gente di Piedicastello che ieri ha festeggiato San Martino per l’ennesima volta in ostaggio di un cantiere, anche se non più sotto un tendone di plastica. Magra consolazione. Per questo don Rattin si è sentito in dovere di chiedere celerità per i lavori che si dilungano da un anno e mezzo, mettendo in difficoltà un quartiere intero.

Ma ieri è stata comunque festa. Si è cominciato con la benedizione del raccolto e poi si è passati alle bancarelle, al pranzo, alla passeggiata con l’asinello, ai laboratori gastronomici e floreali, dalla mostra missionaria alle castagne, al vin brulè.

Un quartiere paralizzato dagli scavi archeologici

Un intervento a una condotta idraulica iniziato nel luglio 2013 (e che doveva durare due mesi) sta paralizzando il rione di Piedicastello a causa degli accertamenti archeologici.

E la gente, anche della città, non si è fatta pregare e soprattutto non si è fatta attendere, visitando il borgo fino al tardo pomeriggio, grazie anche al sole che ha fatto capolino sull’ora del pranzo. «Siamo alla svolta – conferma Melchiorre Redolfi, presidente della Circoscrizione Centro Storico Piedicastello e guarda verso gli scavi che da anni ormai interessano la zona archeologica ad ovest, prospiciente la chiesa di Sant’Apollinare - I soldi sono stati stanziati, si tratta di 3,5 milioni che ci sono. Si tratta di terminare e portare alla luce le tombe, i loculi, probabilmente il teatro, poi, completata la sistemazione di via Doss Trento, davanti all’asilo, speriamo entro la fine del prossimo anno, il quartiere sarà fruibile appieno».

I residenti di Piedicastello sono circa 2.500 e sempre per Redolfi «la Circoscrizione sapeva che l’area ex Italcementi avrebbe incontrato difficoltà nell’essere sfruttata appieno e la nostra proposta è depositata e prevede la realizzazione della nuova sede dell’Istituto d’arte, con tanto verde e coi parcheggi. Il tutto non è ancora arrivato in consiglio comunale ma vista anche la mancanza di risorse, i progetti vanno verificati sul territorio non nelle stanze chiuse».

Poi annuncia che il prossimo anno, dopo 16 passati alla guida della Circoscrizione, lascerà l’impegno amministrativo, consapevole di un consuntivo “assolutamente positivo” e che i grossi sbagli sono stati fatti negli anni ’70 al tempo della prima tangenziale e poi superati col sindaco Dellai. La convivenza col “Bruno” è un piccolo problema che si può superare seduti tutti allo stesso tavolo mentre i grossi punti riqualificativi della città rimangono la destra Adige dall’ex Italcementi a Ischia Podetti ed il nodo via Brennero via Maccani.













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