Rovereto

Amianto, a processo i vertici Rheem

Per la morte di due operai, uccisi dal mesotelioma, anche l’ex ministro Francesco Merloni figura tra gli imputati


di Giuliano Lott


ROVERETO. Per la morte di due operai colpiti da mesotelioma ai polmoni, una tipica patologia legata all’amianto, andranno a processo con l’accusa di omicidio colposo a ottobre i dirigenti italiani della Rheem Radi. Due anni fa, con le stesse accuse, erano stati prosciolti dal giudice Riccardo Dies poiché non era possibile stabilire quando fosse avvenuta la contaminazione, ma la sentenza era stata impugnata dalla Corte d’Appello di Trento e la Cassazione aveva annullato la sentenza di primo grado stabilendo che il processo andasse rifatto. Così si sono presentati davanti al gup Monica Izzo i legali della famiglia di Innocente Cappelletti, morto nel 2007 a 59 anni, mentre la famiglia di F.F., morto per le stesse cause nel 2010, la famiglia non ha ritenuto di costituirsi parte civile. Lo ha fatto invece la Cgil, che partecipa al processo affidandosi all’avvocato Giovanni Guarini. Gli imputati sono dunque l’ormai anziano Francesco Merloni (oggi novantunenne), ex deputato e ex senatore nelle fila della Dc, già ministro del lavoro tra il 1992 e il 1993 nel governo Amato, nonché presidente del cda dell’azienda dal 1988 al 1992, e i suoi predecessori Domenico D’Angelo, 88 anni di Chieti, e Valerio Fedeli, 68 anni di Jesi, Processo sospeso invece per gli altri accusati stranieri. si tratta degli anziani ex amministratori delegati (Chief executive officier, Ceo) che si sono succeduti dagli anni Settanta in poi alla Rheem Radi: l'ormai novantottenne David Scott, che vive beato a Dover, in New Hampshire, John Herndon, stabilitosi con la famiglia a Mulmur Township, Ontario, Canada, dove vive nell'agio, e Alfred Slade Mills Jr., classe 1935, in pensione da anni, che vive tra New York e Washington. I correi americani non sono stati reperiti, bisogna dunque attendere che venga loro notificato il procedimento prima di convocarli al processo.

La decisione del gup Izzo è nella sostanza un atto dovuto: quando la Cassazione ha stabilito che non si potesse prosciogliere con quella formula gli imputati ha di fatto tracciato un solco molto preciso. Che va in una sola direzione: un processo dibattimentale in cui si affrontino le tesi di accusa e difesa, e com’è prevedibile, a suon di perizie medico-legali. Il processo inizierà il 26 ottobre e a celebrarlo sarà il giudice Carlo Ancona. Nel frattempo, si attende la notifica anche per gli imputati americani. Anche se, data l’età, è verosimile che nessuno di questi ricordi oggi quel piccolo lontano punto sulla carta geografica chiamato Rovereto.

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