Alta tensione in Consiglio sulla sanità Scontro sui tagli e sui punti nascita 

La polemica sulla spesa. La seduta si è aperta con la discussione sulla lettera inviata dall’assessora Segnana all’Azienda per chiedere 120 milioni di risparmi in quattro anni. Aspro dibattito tra Fugatti e Degasperi sulla riapertura di Arco. Cure oncologiche sottratte al dimagrimento



Trento. Una nuova camera ibrida per gli interventi di chirurgia cardiovascolare, uno studio per valutare l’uso dei farmaci oncologici generici e una generale attenzione ai costi, ma niente tagli nelle valli e al personale. Tanto che, ha aggiunto Stefania Segnana, si è appena svolto un incontro con sindacati, nel quale si è manifestata la disponibilità, nel bilancio di assestamento, di trovare le risorse per concludere il contratto fermo da sei anni. Per quanto riguarda la sala ibrida l’assessora Segnana ha spiegato che è già stato chiesto uno studio di fattibilità, il costo sarebbe di 8,5 milioni, ma parte dei soldi rientrerebbero con il recupero della mobilità passiva, ovvero operando pazienti che adesso vanno fuori provincia. Si parla di una spesa di 3,5 milioni all’anno.

I tagli

L’assessora Stefania Segnana ieri ha risposto alla richiesta di informativa sulla vicenda dei tagli alla sanità mettendo in fila le proposte avanzate all’Azienda sanitaria per tagliare 120 milioni in quattro anni e poi 50 milioni all’anno a partire dal 2023. Filippo Degasperi del Movimento 5 Stelle, che aveva presentato la richiesta di informativa, non ha mollato la presa e ha più volte chiesto di sapere se è vero che già ora non tornano i conti della sanità, ovvero che i fondi stanziati dalla Provincia non bastano per tenere in equilibrio il bilancio. Ma su questo punto la giunta parlava un linguaggio diverso, con l’assessora che non voleva sentire la parola tagli e che continuava a spiegare che la lettera parla di un efficientamento per ridurre le spese in vista della riduzione delle entrate, si parla di 250 milioni all’anno dal 2022, provenienti da Roma. Nel dibattito l’ex presidente Ugo Rossi ha chiesto che la giunta consegnasse l’originale della famosa lettera, ma non è stato accontentato e ha ribattuto parlando di «inesperienza».

Punti nascita

Ma i tagli non sono stati l’unico motivo di polemica sulla sanità, ieri mattina. Degasperi ha presentato anche una risoluzione firmata da Marini, De Godenz dell’Upt e Rossi e Ossanna del Patt, con la quale si intendeva impegnare la Giunta a predisporre entro 2 mesi uno studio di possibilità per riaprire i punti nascita di Arco, Tione e Borgo. La risoluzione è stata bocciata con 10 no, 6 sì e 3 astensioni. Con molti consiglieri leghisti che hanno anche attaccato gli esponenti della vecchia maggioranza che avevano chiuso i punti nascita e ora ne chiedono la riapertura. Filippo Degasperi ha anche ricordato che il ministro Giulia Grillo ha spiegato che è possibile riaprire i punti nascita anche senza ottenere la deroga. Il presidente Fugatti, però, ha ribattuto che in questo caso la Provincia sarebbe pienamente responsabile di eventuali incidenti e che non è stato riaperto nessun punto nascita in Italia senza deroga. Fugatti ha detto che saranno fatte delle valutazioni su quanti parti avrebbe un punto nascite ad Arco.

Il presidente della Provincia ha anche aggiunto di non aver mai detto di voler riaprire i punti nascita di Tione e Borgo Valsugana.

Cure oncologiche salve

È stata approvata all’unanimità, invece, una seconda risoluzione, primo firmatario Zeni.La risoluzione impegna l’esecutivo a continuare il confronto col sindacato dei medici e delle professioni mediche e le associazioni dei malati sui percorsi di razionalizzazione della spesa sanitaria e a non prevedere l’area oncologica nei risparmi di spesa.















Scuola & Ricerca

In primo piano