Alpini caduti, no della Lega al tricolore: polemica a Belluno

'La bandiera italiana? E' nel cassetto, ben ripiegata. E lì resterà finché non torneranno gli ideali originali, che sono stati usurpati'', ha detto Ivano Serafini, capogruppo del Carroccio



BELLUNO. E' ancora il Tricolore, nel giorno dei funerali dei quattro alpini uccisi in Afghanistan, a divedere la politica veneta per l'idiosincrasia di alcuni esponenti della Lega Nord alla bandiera italiana.

Succede a Belluno, città della caserma ''Salsa'', dov'erano di stanza i quattro militari del 7/o Reggimento alpini della Brigata Julia, che era in lutto cittadino in occasione delle esequie svoltesi a Roma. Il Comune, con un'ordinanza della giunta, aveva chiesto alla gente di esporre il Tricolore alle finestre delle case e a rispettare un minuto di silenzio. Ma alla vigilia dei funerali di Stato, ai quali ha preso parte anche il governatore veneto Luca Zaia, sono state le prese di posizione di tre esponenti locali del Carroccio ad infiammare la polemica.

''La bandiera italiana? E' nel cassetto, ben ripiegata. E lì resterà finché non torneranno gli ideali originali, che sono stati usurpati'', ha detto Ivano Serafini, capogruppo del Carroccio.

Anche Jacopo Savasta, responsabile enti locali della Lega a Belluno, pur partecipando al cordoglio per la morte dei quattro militari, ha annunciato che non avrebbe esposto alla finestra la bandiera italiana, ''perché - ha spiegato - sono separatista''.

Più articolata la posizione del consigliere comunale Paolo Costa, sempre del Carroccio, che si e' detto ''del tutto indifferente sul tricolore. Trovo normale che il Comune e le Forze Armate espongano la bandiera, ci sta; ma che si chieda ai cittadini di fare altrettanto, un po' meno''. L'ordinanza che invitava i bellunesi ad esporre il tricolore e ad osservare un minuto di silenzio era stata tuttavia sottoscritta proprio da un leghista, il vice sindaco di Belluno Leonardo Colle.

Le prime reazioni sono arrivate dal Pd, che con il responsabile enti locali Davide Zoggia, ha sottolineato come ''il disprezzo della Lega per i colori nazionali non si fermi neanche di fronte ai caduti. La decisione dei tre consiglieri leghisti di Belluno di opporsi all'esposizione del tricolore in omaggio dei nostri caduti in Afghanistan e' cosa indegna. E' il segno indelebile della distanza della Lega da questo paese''. Per il consigliere regionale Sergio Reolon, ex presidente della Provincia di Belluno, le parole dei tre esponenti del Carroccio ''profanano in modo disumano il sacrificio dei nostri uomini caduti in Afghanistan''. Critiche ai tre leghisti bellunesi sono arrivate anche dagli alleati del Pdl in Veneto.

Il capogruppo in Consiglio regionale, Dario Bond, ha chiesto a Luca Zaia di ricondurre ''al senso della realta''' i suoi tre compagni di partito, spiegando loro ''la differenza tra l'offesa gratuita ad un simbolo nazionale in occasione di un lutto cosi' grave e il reclamare il federalismo fiscale o l'autonomia''. In ogni caso oggi, per il funerale nella capitale dei quattro militari, Belluno ha presentato tutti i palazzi istituzionali con il tricolore a mezz'asta e in centro storico sono state molte le abitazioni dove e' comparsa la bandiera italiana.













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