Alluvione nei Balcani, scatta la solidarietà

Prosegue l'attività della protezione civile trentina nelle zone disastrate. Ecco come aiutare le popolazioni



TRENTO. Una catastrofe senza precedenti si è consumata, ad un passo dall’Italia, durante le scorse settimane. I territori di Serbia, Bosnia e in parte della Croazia sono stati colpiti da un’alluvione di proporzioni apocalittiche, che ha distrutto quasi il 40 % del territorio, portando via centinaia di case e, purtroppo, molte vite umane. «Sono caduti in dieci minuti i centimetri di pioggia che solitamente cadono in un anno”, racconta Danijela Petkovic, che assieme ad altri cittadini provenienti dalle zone alluvionate ha anno messo in moto un’attività di raccolta di materiali essenziali, per poi spedirli nelle regioni più bisognose. L’iniziativa si chiama “Stay Human”, ha un gruppo facebook dedicato (https://www.facebook.com/nativuckovic) e vari punti di raccolta, di cui uno è a Trento, in via Maccani 203, al ristorante Renée. I primi carichi stanno già partendo: il primo il 24 maggio, il secondo proprio ieri. Nel meccanismo si è inserita poi la Cgil: il segretario Paolo Burli ha annunciato che nei prossimi giorni ci si organizzerà anche per dare la possibilità agli iscritti di rinunciare ad un quantitativo di ore salariali una tantum, per poter far arrivare degli aiuti monetari: «Ci sarà bisogno di soldi, oltre che beni di prima necessità, per iniziare a ricostruire».

Prosegue intanto senza sosta nella parte allagata della città di Bijeljina in Bosnia l'attività della Protezione civile trentina, presente sul posto dalla sera di sabato scorso con una squadra composta da personale del Servizio Prevenzione rischi, del Dipartimento della Protezione civile e dell’Agenzia per la Depurazione: nove persone in tutto con le attrezzature necessarie per il pompaggio di acque.













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