l'allarme

Allevatori in ginocchio per la pioggia

Il presidente Rauzi invoca lo stato di calamità: "Il maltempo impedisce di procurare il foraggio"



TRENTO. Le nuvole hanno accompagnato, oggi, la giornata degli allevatori trentini, che si sono ritrovati a quota 2.200 metri di malga Pozze in val di Sole per l'annuale incontro con gli amministratori. Il parroco don Livio Buffa durante la Santa Messa ha anche invocato la benevolenza di Sant'Antonio Abate, patrono degli allevatori. Ma le nuvole che preoccupano il presidente Silvano Rauzi sono quelle che riguardano il futuro del settore. Che "prepara ogni giorno 180 milioni di pasti agli italiani, e tuttavia non gode sempre di adeguata considerazione”.

Dopo gli ultimi anni segnati da buoni risultati, ad impensierire gli allevatori c'è adesso il clima troppo piovoso, che impedisce di tagliare il fieno e quindi di procurare il foraggio agli animali. "Il primo taglio è già saltato - ha affermato il presidente degli allevatori trentini - ma è a rischio anche il secondo. Vorremmo provare a chiedere lo stato di calamità per le zone alte, anche se - ammette - non sarà facile". Questo danno si aggiunge all'incremento dei prezzi dei cereali, saliti del 50%, che ha vanificato il guadagno accumulato lo scorso anno.

Non bastasse, agli allevatori in questo periodo viene a mancare l'anticipo del 50% del premio europeo del Psr, il programma di sviluppo rurale istituito proprio per compensare i disagi di chi opera nelle zone disagiate di montagna. In Trentino, in sette anni, sono arrivati circa 310 milioni di euro per tutto il comparto agricolo.













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