All’Enaip una lezione anti-bullismo

La psicologa Trentin: «Spesso i ragazzi non ne parlano per orgoglio». Il comandante Cuccurullo: «No al silenzio»



TRENTO. Quello di ieri sera all'Enaip di Villazzano, più che un incontro pubblico è stato un momento di riflessione comune tra studenti, insegnati e genitori "stimolato" dagli interventi della psicologa Stefania Trentin, che da dieci anni segue gli alunni della scuola, e dal comandante del Reparto Operativo dei carabinieri Giovanni Cuccurullo.

Lo spunto, che il Direttore dell'Enaip Diego Freo ha definito «un episodio che ha indirettamente coinvolto il nostro istituto, ma che ci ha motivato a coordinare un ragionamento complessivo sul tema del bullismo», è stata l'aggressione di uno studente dell'Enaip dopo essere stato incappucciato; episodio preceduto da atti vandalici sia nei confronti della scuola che degli autobus di linea. E prendendo in considerazione quanto accaduto anche gli anni precedenti, non si può che definire l'Enaip di Villazzano come una scuola a rischio. «Il bullismo è un fenomeno subdolo - ha affermato Stefania Trentin - in quanto inizialmente viene preso alla stregua di uno scherzo. Un fenomeno favorito anche dalle moderne tecnologie, che finiscono per fare la differenza rispetto al passato.» Il bullo gioca molto sull'insicurezza che frequentemente accompagna i ragazzi o a livello personale o scolastico e che finisce per accentuare la debolezza della vittima che non reagisce se non all'ultimo stadio della sopportazione: «Parlarne non è mai facile - prosegue Trentin - ma nel caso delle femmine è molto più naturale, mentre a frenare i maschi è l'orgoglio. Spesso succede anche che la vittima ai primi stadi del bullismo subito, reagisca diventando a sua volta un bullo ancora più determinato, proprio per mettersi in mostra ed uscire dal ruolo di vittima.»

Il comandante Cuccurullo ha sottolineato come il subire in silenzio sia estremamente negativo e come il dialogo possa essere la prima via d'uscita. «Il bullismo non è un fenomeno circoscrivibile e che nemmeno ha una soluzione immediata. Infatti i bulli, come le vittime, sono indistintamente maschi o femmine di qualsiasi età o estrazione sociale. Alla pari di un fenomeno che si manifesta a livello di strada o col cyberbullismo.»

In più non sono nemmeno da sottovalutare le conseguenze indirette, come possono essere l'anoressia o la bulimia: «Succede quando l'attacco alla persona è per il suo aspetto fisico. Inconsapevolmente si finisce per dar ragione al bullo e si fa di tutto per cambiare il proprio aspetto fisico, fino ad autodistruggersi.»

Un fenomeno che va osservato ed intuito attraverso i comportamenti dei ragazzi e qui il ruolo dei genitori è fondamentale. Anche in questo caso gli indizi sono gli improvvisi cambi di abitudini; le variazioni d'orario o le chiusure caratteriali. «Si tratta di una sofferenza interiore che normalmente non viene manifestata e che quindi dev'essere percepita dalle persone che sono vicine ai ragazzi». Alle volte è molto più facile che la vittima ne parli con un proprio compagno, piuttosto che con i genitori, compagno che si ritrova con una responsabilità molto grande in quanto spesso si tratta di disperate ricerche di aiuto, senza nemmeno molto tempo a disposizione.

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