la cerimonia

Albino Nichelatti e Arturo Tomasi: ora anche Trento ha le sue pietre d’inciampo

In via San Martino e in corso Alpini, ricordano due trentini deportati nei lager nazisti. Il sindaco: “Non li dimenticheremo mai più”



TRENTO. Anche Trento ha finalmente le sue pietre d’inciampo, dedicate a due trentini deportati nei lager nazisti, Albino Nichelatti e Arturo Tomasi.

"Non li dimenticheremo mai più. I loro nomi sono scritti su due pietre d'inciampo, in corso Alpini e in via San Martino, che da oggi danno una nuova profondità, storica ed emotiva, alla topografia cittadina”, ha detto il sindaco Franco Ianeselli.

Momenti emozionanti oggi (22 ottobre) quando sono state scoperte. La prima nel tratto pedonale di via San Martino, al civico 59, dove abitava Albino Nichelatti, nato nel 1880, arrestato il 21 giugno del 1944, deportato a Mauthausen ed assassinato il 24 aprile del 1945, pochi giorni prima che gli americani liberassero il campo. Nichelatti era un detenuto politico: da tecnico della Todt, aveva infatti sottratto i disegni delle fortificazioni della linea gotica per aiutare la Resistenza partigiana e gli alleati.

La seconda in corso degli Alpini, al civico 11, dove abitava Arturo Tomasi, nato nel 1912, giovane soldato sorpreso dall'armistizio sul fronte del Dodecaneso, quindi deportato a Flossenbürg, a ingrossare le fila dei lavoratori forzati delle fabbriche del Reich, e miracolosamente fuggito insieme ad altri dieci prigionieri attraverso un tunnel scavato sotto un muro di cinta.

Alla presenza del sindaco Franco Ianeselli, del direttore della Fondazione Museo Storico del Trentino Giuseppe Ferrandi, autorità civili e militari e soprattutto dei familiari di Albino Nichelatti ed Arturo Tomasi - rispettivamente Renato Riedmuller e Loredana Chinatti – è stata rievocata la figura delle due persone grazie agli eredi che con grande impegno sono stati i primi a farsi carico del progetto e a coinvolgere l’amministrazione comunale. Dopo le parole del sindaco, la rievocazione storica di Ferrandi e quella umana dei familiari dei due trentini oggi ricordati con le pietre, l’intervento di Eva Frizzi che con Margherita Marchei ha partecipato al Progetto Promemoria Auschwitz Eu, un viaggio della Memoria promosso da Arci del Trentino e Deina Trentino, con il sostegno della Provincia, alle quali è stato affidato il compito di mantenere alta la memoria legata a questi tragici fatti ed attualizzarla. C.L.













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