Aiuti alle famiglie, si cambia Comuni, avanzi sbloccati

Con l’assegno unico dal 2018 agevolazioni non più legate al reddito individuale Finanza, i municipi potranno utilizzare i 100 milioni che hanno in cassa


di Chiara Bert


TRENTO. Sono due le novità annunciate ieri dal presidente della Provincia Ugo Rossi che con il direttore generale Paolo Nicoletti e la dirigente del dipartimento affari finanziari Fulvia Deanesi ha presentato la manovra finanziaria 2017 alla Prima commissione del consiglio.

Comuni, sbloccati 100 milioni. La prima farà felice i Comuni: la giunta è pronta a depositare un emendamento al bilancio per consentire ai Comuni di utilizzare i propri avanzi di amministrazione, che valgono circa 100 milioni di euro e sono attualmente bloccati dalla norma sul pareggio di bilancio imposta dallo Stato per garantire il miglioramento dei conti pubblici. «L’anno scorso abbiamo sbloccato il patto di stabilità - ha ricordato il governatore - siamo intenzionati a fare lo stesso con gli avanzi e questo in virtù del principio, sancito nel nostro patto finanziario con lo Stato, che siamo un sistema provinciale integrato che si rapporta con Roma». Gli spiragli si sono aperti nella trattativa in corso con il governo sull’utilizzo degli avanzi dal 2018.

Aiuti, dal 2018 in base al reddito familiare. L’altra novità emersa ieri nel primo confronto in commissione sulla manovra finanziaria riguarda invece le famiglie. Rossi ha confermato che dopo l’abolizione dell’addizionale Irpef per i redditi fino a 20 mila euro introdotta nel 2016, la manovra introduce per il 2017-2018 e 2019 una detrazione di 252 euro per ciascun figlio a carico per i redditi da 20 mila a 55 mila euro. Uno scaglione - ha ricordato Nicoletti - che ricomprende il 94% delle dichiarazioni dei redditi dei trentini, circa 390 mila su un totale di 420 mila. Si tratta in totale di 46 milioni di riduzione del carico fiscale, di cui 22 milioni nuovi dal 2017. La detrazione Irpef - ha ricordato la dirigente Deanesi - è legata al reddito individuale. Può succedere dunque che a beneficiarne possa essere un genitore con un reddito medio (sotto i 55 mila euro), anche se l’altro genitore ha un reddito molto alto. Una situazione iniqua, che la Provincia punta a modificare con l’introduzione, dal 2018, dell’«assegno unico» che accorperà progressivamente in un unico strumento tutti gli interventi economici a sostegno delle famiglie oggi erogati da vari enti, Provincia, Stato, Comunità di valle, Regione: reddito di garanzia, assegno al nucleo familiare, contributo alle famiglie numerose, assegno di cura, assegni integrativi per gli invalidi, integrazione al canone, assegni di maternità, sostegno di inclusione attiva.

Cosa cambierà con l’assegno unico? Che si terrà conto non più del reddito individuale del genitore, bensì della condizione economica del nucleo familiare, cosa che già oggi avviene per vari sostegni come l’assegno al nucleo familiare che viene erogato in base all’Icef e dunque tiene in considerazione reddito e patrimonio della famiglia. Facile prevedere che in questo modo la quota di famiglie che avrà diritto alla detrazione Irpef per i figli a carico si ridurrà. «Non sappiamo dire oggi quale sarà l’impatto finanziario», spiega Nicoletti, «ma potremo centrare meglio l’obiettivo dell’equità».

Imprese e fisco. Accanto alla coesione sociale, Rossi ha ricordato che altro obiettivo della manovra è favorire la competitività del sistema produttivo attraverso uno stock di sgravi fiscali che nel 2017 ammonta a 215 milioni. Terzo macro-settore di intervento è la pubblica amministrazione che - avverte il presidente - «dovrà diventare più efficiente, veloce e meno burocratica». Per questo nei prossimi mesi – ha preannunciato – arriverà in aula una proposta di legge della giunta che si affiancherà al testo depositato da Passamani.













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