«Aiuti agli stranieri, servono più controlli»

Valle di Cembra, domani nell’assemblea della Comunità la mozione di Fedrizzi Il sindaco di Valda: «Agli extracomunitari il 54% dei contributi, ma sono il 10%»


di Ilaria Pedri


VALLE DI CEMBRA. In tempi di crisi è giusto che le istituzioni aiutino chi ne ha bisogno. La delibera della giunta provinciale 1256 del 2012 ha definito la disciplina di sostegno economico definito “reddito di garanzia” attraverso due tipi di intervento: in “automatismo” di competenza della Provincia; sociale di competenza della Comunità di Valle.

Chi non rientra nei parametri Icef, abbia già usufruito di rinnovi del reddito, o presenti problematiche particolari o sia senza fissa dimora può scegliere di rivolgersi ai servizi sociali. Sulla base della valutazione effettuata dai servizi sociali è redatto un “progetto sociale” per beneficiare del reddito. Non ci sono però limiti di rinnovo. Le modalità con cui questi redditi e altri tipo di aiuti di natura economica (interventi per spese indifferibili, assegni per nuclei familiari, assegni di maternità, anticipazione dell’assegno di mantenimento dei minori) sono stati distribuiti tra gli abitanti della Valle di Cembra saranno discusse domani sera nell’assemblea della Comunità di Valle, ad ore 20.30, presso la sede della Comunità in piazza Barbi a Cembra.

Il sindaco di Valda, Paolo Fedrizzi ha infatti presentato al presidente della Comunità di Valle, Aurelio Michelon, una mozione su questo argomento. Il primo cittadino ha riportato i dati sulla distribuzione dei redditi di garanzia e di altri aiuti: a titolo di esempio, nel documento si legge che nel 2013 sono stati concessi redditi di garanzia pari a euro 44.897,00 (la metà dell’anno precedente). Ai cittadini comunitari sono stati concessi aiuti per 20.297 euro ed agli extracomunitari, che rappresentano il 10% della popolazione, 24.600 euro, meglio di come era andata nel 2012 dove, a fronte di una somma di 88.493 euro, ai locali erano andati 23.161 euro, contro i 65.332 agli extracomunitari. «Premetto che non sono razzista e nemmeno leghista - spiega Fedrizzi, che abbiamo contattato - la legge è giusta, ma in tempi di crisi è necessario distribuire le risorse in maniera oculata. È opportuno controllare che alla base ci sia un reale stato di bisogno. Chi si occupa di redigere i progetti sociali deve essere maggiormente responsabilizzato».

Secondo quanto si legge nella mozione risulta difficile verificare se i cittadini extracomunitari che richiedono i redditi di garanzia abbiano possedimenti nei paesi d’origine e a quanto ammonti il loro valore.

«Se queste persone, in stato di reale e comprovata necessità, chiedono di essere aiutate è giusto che lo si faccia - continua Fedrizzi - ma, come ho scritto anche nelle conclusioni della mia mozione, chi riceve un aiuto che deriva da soldi pubblici dovrebbe poi “ricambiare il favore” mettendosi a disposizione della Comunità o delle associazioni. Naturalmente tale misura dovrebbe valere per tutti. Spesso però i cittadini extracomunitari, una volta ricevuti i soldi, tornano in patria e rientrano dopo mesi per rinnovare la domanda di contributo. A parer mio non è corretto nei confronti di chi, stabilmente, risiede in Valle».













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