Agguato: testimone pestato a sangue

Ferito e malmenato davanti alla fidanzata alla vigilia dell'interrogatorio


Paolo Tagliente


TRENTO. Avevano saputo che l'imprenditore era stato convocato dai carabinieri per essere interrogato. Temevano la sua testimonianza. E così, due rumeni si sono organizzati e hanno teso un agguato in tipico stile mafioso al «pericoloso» testimone, fidanzato della sorella di uno dei due e chiamato a deporre nell'ambito di una indagine su una violenza sessuale su una minorenne.

Tutto è avvenuto poco dopo le 20 di lunedì, a Gardolo. Vittima dell'assalto un trentenne romeno - M.R. le iniziali - titolare di una piccola impresa di trasporti. Una persona tranquilla e un lavoratore serio che, purtroppo per lui, proprio oggi alle 15, avrebbe dovuto essere ascoltato dai carabinieri.

I due, evidentemente, erano certi che la testimonianza del connazionale li avrebbe incastrati e così, hanno deciso di provare a convincerlo o a rinunciare alla deposizione o almeno a fornire una versione dei fatti "addomesticata". E così, l'hanno attirato in una vera e propria trappola. Ricevuta la chiamata dei due, che chissà cosa si sono inventati per convincerlo a incontrarli, l'uomo è uscito dalla sua casa di Lavis insieme alla compagna e, ovviamente ignaro di cosa lo stesse aspettando, e ha raggiunto la vicina Gardolo.

Su come siano andati i fatti quando la coppia è scesa dalla macchina, gli inquirenti stanno cercando ancora di fare chiarezza, ma è assodato che i due romeni non abbiano fatto grandi giri di parole per spiegare cosa velevano e non abbiano nemmeno speso molto tempo con le buone maniere. Dalle minacce, infatti, si è passati subito ai fatti: i due romeni hanno tirato fuori niente meno che un cacciavite e hanno iniziato a menar fendenti contro il connazionale. L'uomo s'è difeso disperatamente mentre la moglie, comprensibilmente terrorizzata, urlava e chiedeva loro di smetterla. Al termine di una disperata fuga, ha raggiunto il bar Posta dove il gestore, Graziano Gianni Bianco, lo ha difeso dai violentissimi assalti dei due, salvandogli probabilmente la vita.

La vittima, che secondo il questore Giorgio Iacobone ha mostrato grande responsabilità nel voler testimoniare in una vicenda famigliare, è stata soccorsa e trasferita al Santa Chiara: ha riportato gravi lesioni alla mano destra, usata per cercare di difendersi dai colpi di cacciavite, ai fianchi e al collo. È ricoverato nel reparto di Neurologia, assistito dalla fidanzata, e nelle prossime ore potrebbe essere sottoposto ad intervento chirurgico al collo dove ha riportato la ferita che più preoccupa i medici. I due aggressori, invece, forse sentitisi braccati dagli uomini della Squadra volanti della questura, arrivati sul posto in pochi minuti, si sono costituiti, dopo aver tentato la fuga in auto. Sono stati subito arrestati con l'accusa di lesioni aggravate e associati alle carceri di Gardolo.

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