Aggredito in casa, ha rischiato di soffocare 

Gli aggressori di Emilio Carloni, 83enne ferito in via Torre Vanga, gli hanno coperto con il nastro sia naso che bocca



TRENTO. Il naso e la bocca coperti dal bavaglio fatto di nastro isolante, e il respiro che diventa sempre più difficile. Ha rischiato conseguenze ben peggiori di quelle che sono stati poi realmente, Emilio Carloni, l’83enne aggredito nella sua abitazione di via Torre Vanga. I suoi assalitori lo hanno legato alla sedia e poi hanno voluto impedirgli di gridare, di chiamare aiuto coprendogli la bocca con quel bavaglio improvvisato. Il nastro è andato a coprire anche il naso e se non fosse stato per il repentino intervento della nipote (che abita al piano inferiore è che si è allarmata dopo aver sentito dei rumori inconsueti arrivare dalla casa dello zio) si possono solo immaginare le conseguenze di quell’azione. Ora Emilio Carloni sta bene. O meglio, ci sono delle ferite al volto, ci sono dei dolori lancinanti al costato, ma è vivo e in ospedale sta recuperando rapidamente. Anche ieri ci sono stati degli esami per verificare a distanza di un paio di giorni le conseguenze dell’aggressione, ma visto quello che è successo in quell’appartamento al quarto piano di via Torre Vanga, si può dire che l’anziano ha avuto la meglio.

Sulla ricostruzione di cosa sia successo in quei concitati minuti di sabato sera, sono al lavoro i carabinieri della Compagnia di Trento e del nucleo investigativo. Ci sono riscontri da fare, testimonianze da verificare e indicazioni da analizzare per arrivare ad individuare le quattro persone che - stando alla prima testimonianza dell’uomo ferito - erano nel suo appartamento quella sera. E bisogna anche definire il ruolo dei quattro. La porta non presenta segni di effrazione indicazione questa che porta a pensare che i malfattori l’abbiano trovata aperta. E qui si deve fare un passo indietro perché l’anziano ha raccontato di aver sì aperto spontaneamente la porta di casa, ma di averlo fatto per due giovani che conosce. «Si tratta di ragazze che aiuto ogni tanto - ha spiegato dal letto d’ospedale - hanno poco o nulla e io a volte le invito a mangiare qualcosa a casa oppure allungo un po’ di soldi. Non chissà che cifre, ma si tratta di un aiuto». Ecco, sempre secondo la ricostruzione le due erano in casa quando sono entrati gli aggressori. Erano riusciti ad intrufolarsi alle spalle delle due ragazze? O erano state le ragazze a lasciare volontariamente aperta la porta? Anche per questo si attendono le risposte dei carabinieri. Quello che è successo poi, è stato raccontato. C’è la violenza con la quale i due si sono scagliati contro l’anziano tanto che Carloni stesso ha detto «Volevano fare male». Ci sono i calci che hanno colpito la vittima alla testa e al costato. A raccontarlo ancora adesso, il dolore per la costola rotta o incrinata e l’occhio nero, il naso tumefatto. E quel bavaglio di nastro che poteva avere gravi conseguenza per Carloni, che aveva sempre più difficoltà a respirare. Secondi da incubo che sono terminati sono grazie all’intervento della nipote dell’uomo. E poi l’arrivo dei sanitari di Trentino Emergenza, i vigili del fuoco e i carabinieri.













Scuola & Ricerca

In primo piano