Aggredita con un martello e accoltellata

Ventottenne colpita in via Lungo Leno mentre tornava a casa e derubata di 20 euro. I due rapinatori subito arrestati


di Paolo Tagliente


ROVERETO. Picchiata selvaggiamente con un martello e poi accoltellata. E' una brutalità che lascia senza parole quella di cui, giovedì notte, è rimasta vittima una ventottenne roveretana di orgine argentina, aggredita per strada mentre stava tornando verso casa. Una storia che sembra uscita dritta dritta dalle cronache di qualche metropoli malfamata e che, invece, ha avuto come teatro un tranquillo marciapiede di via lungo Leno sinistro, vicino al ponte di Prima Armata, dove la giovane è stata aggredita alle spalle dai due balordi. Ancora poche decine di metri e sarebbe stata a casa. Invece, tra le mura domestiche ha rischiato seriamente di non arrivarci mai. Marco Bonanni, 39 anni, e Veronica Cler, 21, entrambi incensurati, arrivati in città da qualche giorno e senza fissa dimora – questi i nomi dei due rapinatori – le hanno teso un vero e proprio agguato. A quell'ora le strade erano quasi deserte e i due, che probabilmente si erano nascosti da qualche parte, l'hanno rincorsa e subito colpita con estrema violenza al capo. Lo ha l’uomo brandendo un pesante martello gommato con cui ha tramortito la povera ragazza, facendola crollare sull’asfalto. Ma la ferocia dei banditi era ben lungi dall’esaurirsi. La giovane stava ancora cercando di capire in quale incubo fosse finita che i due hanno iniziato a colpirla senza pietà con calci e pugni. Una furia feroce e animalesca che si è conclusa con un gesto che avrebbe potuto avere esiti letali: Veronica Cler si sarebbe accanita sulla ragazza a terra tirandole un fendente al fianco sinistro con un grosso coltellaccio da cucina dalla lama lunga 21 centimetri. Una ferita non profonda, per fortuna, ultimo atto di aggressione in stile Arancia Meccanica. A quel punto, Bonanni e Cler hanno preso la borsetta della giovane e si sono dileguati. Forse pensavano che la loro vittima, così conciata, non sarebbe riuscita a chiedere aiuto o, quanto meno, lo avrebbe fatto molto lentamente, lasciando loro tutto il tempo per sparire dalla circolazione. Invece, la ventottenne, pur sotto shock e ricoperta di sangue, s’è rialzata ed è corsa verso casa, dove abita anche la madre. La povera donna, trovatasi di fronte la figlia in quelle condizioni, non ha esitato un istante e ha chiamato il 118. Gli operatori della centrale di Trento, venuti a conoscenza di quanto accaduto, hanno contattato il 112 e chiesto l’intervento dei carabinieri. L’ambulanza di Trentino Emergenza e la pattuglia del Radiomobile sono arrivate sul posto quasi in contemporanea. mentre i sanitari prestavano le prime cure alla giovane, i militari dell’Arma riuscivano a farsi dare una sommaria descrizione degli aggressori e si mettevano a caccia. Una decina di minuti più tardi, Bonanno e Cler sono stati avvistati in via Magnoliche e subito bloccati dalle pattuglie che nel frattempo erano state impegnate nelle ricerche : nello zaino i due rapinatori avevano ancora il coltello. Il martello, invece, è stato trovato durante le ricerche e i rilievi cui hanno preso parte anche gli uomini del Nucleo Operativo, è stato trovato poco lontano dal luogo dell’aggressione. La borsa della ragazza, invece, al cui interno c’erano ancora i cellulari e i documenti personali è stata rinvenuta sul greto del Leno. Nei confronti dei due, il sostituto procuratore Valerio Davico ha firmato un ordine di custodia cautelare e i due sono stati trasferiti al carcere di Spini di Gardolo. Ieri mattina, l’udienza davanti al giudice per le indagini preliminari che ha convalidato la misura cautelare in carcere. Dovranno rispondere dei reati di rapina aggravata e porto ingiustificato d’arma. La ragazza, invece, che nonostante la terribile esperienza ha mostrato grande forza e lucidità, è stata trasferita al Pronto soccorso e sottoposta a una lunga serie di esami. I colpi di martello le hanno provocato ferite lacero-contuse al capo mentre il coltello le ha causato al fianco una ferita tutto sommato superficiale: è stata dimessa ed è potuta tornare a casa. Ora dovrà cercare di dimenticare, o quanto meno metabolizzare, quanto accaduto.

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