«Aft, sperimentazione che va sostenuta» 

Il maxiambulatorio raccoglie il plauso degli infermieri. Pedrotti: «Cronicità da gestire sul territorio»



TRENTO. Il presidente dell’ordine delle professioni infermieristiche di Trento, Daniel Pedrotti e il consiglio direttivo «sostengono con convinzione la sperimentazione di nuovi modelli organizzativi caratterizzati da sinergie fra medici, infermieri e altre professioni perché la priorità è garantire con soluzioni sostenibili e funzionali risposte competenti e di qualità ai bisogni sempre più complessi dei cittadini con patologie croniche e disabilità». Così l’Opi interviene sulla questione dell’Aft, il nuovo «maxiambulatorio». «La cronicità - viene spiegato - non può e non deve essere più gestita negli ospedali, ma sul territorio e pertanto lo stesso territorio deve essere dotato di modalità organizzative funzionali e flessibili, di multi-professionalità e di connessioni fra i nodi della rete per la migliore presa in carico del cittadino con i bisogni di cui è portatore al fine di migliorare le capacità di autocura e ridurre le riacutizzazioni di patologie croniche e quindi le ospedalizzazioni e migliorare la qualità di vita. L’ordine delle professioni infermieristiche ritiene di precisare inoltre che da tempo sta promuovendo anche alla luce di orientamenti internazionali, di esperienze di altre realtà italiane e dei risultati di un’indagine di “cittadinanzattiva”, l’istituzione e declinazione dell'infermiere di famiglia/comunità in provincia di Trento. Pertanto l’Opi esprime parere favorevole a modelli organizzativi di presa in carico territoriale funzionali e flessibili nella loro declinazione operativa, costituiti da simil equipe, dove i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta, gli infermieri e altre professioni lavorano in alleanza e sinergia nel rispetto delle singole professionalità e ambiti di autonomia per aiutare il paziente e le famiglie a trovare le soluzioni ai loro bisogni di salute e a gestire le malattie croniche e le disabilità. Perché dopo la giusta diagnosi e la scelta della migliore terapia farmacologica il paziente ha assoluta necessità di essere seguito, guidato e aiutato nei suoi bisogni di salute con approccio proattivo e trasversale. Ciò che è importante è che si crei un team, una sinergia professionale a favore del paziente, una micro-équipe, appunto, che sia in grado di farsi carico davvero del paziente h 24 nel rispetto e nella complementarietà di ruoli, competenze e funzioni».













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