Affitti, agli studenti ora i proprietari preferiscono i turisti 

Trento, la «fame» di alloggi dell’Ateneo non è più ricambiata dall’offerta: si scelgono i più redditizi Airbnb o Booking 


di Luca Petermaier


TRENTO. Il mercato non guarda in faccia nessuno e, in genere, segue i soldi: dove se ne fanno di più da quella parte si va. Una regola che vale per ogni tipo di business, anche per quello immobiliare. Non fa eccezione il mercato degli affitti che a Trento - ormai da anni - viene condizionato dalla forte richiesta di immobili degli studenti universitari fuori sede. Attualmente l’Ateneo trentino stima che siano circa 6 mila (più o meno un terzo degli iscritti) gli studenti che vivono in città in appartamenti privati o nelle residenze universitarie. Di questi, circa 4500 ha scelto il mercato privato degli immobili. Una cifra destinata a crescere nel tempo e in modo sensibile se è vero (come ha spiegato il rettore Paolo Collini nei giorni scorsi) che l’Università di Trento ha intenzione di aumentare gli iscritti di Ingegneria, Economia e Giurisprudenza. Viene stimato che l’afflusso dei nuovi studenti dovrebbe raggiungere le 1500 unità nei prossimi cinque anni. Tenendo per buona la stima che un terzo degli iscritti sceglie gli appartamenti privati, avremo a breve un piccolo esercito di 500 ragazzi che busserà alle porte dei proprietari di case trentini chiedendo ospitalità in cambio di un affitto.

Il problema è che il mercato cittadino sta andando in tutt’altra direzione. Così, almeno, assicura il presidente della Fimaa (Federazione Italiana Mediatori Agenti d'Affari) Severino Rigotti: «Stiamo notando che i proprietari di case scelgono sempre più formule di affitto a turisti, affidandosi ad Airbnb o Booking perché è molto più redditizio».

In effetti anche il mercato degli affitti a studenti è molto cambiato in questi anni: «Un tempo - continua Rigotti - in una stanza ci potevano stare anche due studenti e questo rappresentava un’ottima opportunità di guadagno per i proprietari che potevano chiedere anche 250 euro ad inquilino. Ora, invece, anche i ragazzi stanno diventano più esigenti. Sono sempre più le richieste di stanze singole. I giovani sono disposti a pagare anche 500 euro al mese pur di avere una stanza tutta per sè. Inoltre - continua Rigotti - gli studenti cercano case nelle vicinanze dell’ateneo. Per capirci: nella zona a sud del Ponte dei Cavalleggeri è molto più difficile incontrare l’interesse dei giovani, che reputano quella zona troppo lontana dal centro. Per i turisti, invece, è tutta un’altra cosa. Chi arriva per restare qualche giorno in città non si fa certo fermare dal fatto che la casa che ha scelto sia un chilometro più lontana dal centro rispetto a un’altra».

E il presidente dell’Opera Universitaria Molinari conferma: «Quello degli alloggi è il vero nodo che dovremo affrontare nei prossimi anni».













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