Addio a Cristofolini, pioniere del porfido

Fornace, l’imprenditore colpito da malore nella sua azienda: aveva 73 anni, sabato il funerale



FORNACE. Se n’è andato in un giorno di lavoro, a 73 anni, colpito da un malore improvviso nel piazzale della sua azienda, nel modo in cui, giunta l’ora, avrebbe voluto morire: «Quando succederà, che avvenga mentre lavoro e di un colpo» confidava ai parenti più stretti. Guido Cristofolini se n’è andato così, martedì pomeriggio: l’hanno trovato a terra gli operai della Unionporfidi che subito hanno chiamato i soccorsi. Ma non è bastato l’intervento tempestivo dell’elisoccorso per salvare la vita dell’imprenditore di Fornace. Il cuore era il suo punto debole, tanto che negli anni scorsi si era dovuto sottoporre a un intervento chirurgico, ma nonostante questo non aveva mai vissuto come un malato, tanto che è stato al lavoro fino all’ultimo. Lascia la moglie Maria, i figli Teresa e Rocco. Il funerale si terrà sabato pomeriggio a Civezzano (dove Cristofolini abitava) alle ore 16. La sepoltura avverrà invece a Fornace: «Era questo che lui voleva» spiega il figlio Rocco, ricordando il paese di origine del padre.

Cristofolini era stato un pioniere del porfido. Uno tra i primi, agli inizi degli anni Sessanta, a intuire le grandi potenzialità della pietra rossa della valle di Cembra. All’epoca - non ancora ventenne - era semplicemente un autista di camion, ma già dimostrava le capacità imprenditoriali che l’avrebbero portato - partendo da zero - a fondare la ditta di famiglia, che ha sempre considerato come un “terzo figlio”.

Ezio Cristofolini, un tecnico del settore del porfido, lo conosceva bene: «Un uomo di grande umanità, che pareva incapace di arrabbiarsi e sapeva affrontare i problemi in modo da arrivare sempre a una soluzione».

«Apparteneva a una generazione d’altri tempi, forse più fortunata rispetto ai giorni nostri, almeno per quanto riguarda il settore del porfido che attraversa un momento particolare» ricorda il sindaco di fornace, Pierino Caresia. «Quando hanno iniziato a estrarre il porfido non potevano immaginare lo sviluppo che questo settore avrebbe avuto. Ma lui aveva capacità imprenditoriali e voglia di spendersi per la sua categoria».

Cristofolini aveva anche rappresentato la sua categoria all’interno dell’Associazione industriali. Seguito in questa attività dal figlio Rocco, che è stato anche presidente dei giovani industriali trentini e che ora si occupa dell’azienda di famiglia assieme alla sorella Teresa. (a.s.)

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