Acqua, è braccio di ferro

Niente accordo tra sindaco e minoranze. Oggi si torna in aula



TRENTO. È ancora braccio di ferro tra le minoranze e il sindaco Alessandro Andreatta sulla delibera che istituisce la new co per la gestione dell’acqua. Ieri sera Pdl, Lega e Civica hanno confermato la richiesta di sospendere la delibera e di rimandarla in commissione per poterla rivalutare avendo in mano tutti i dati, a partire da quelli sullo stato e il valore dell’acquedotto. Richiesta respinta dal sindaco, e dunque oggi - dopo settimane di scontro - si torna per l’ennesima volta in aula senza accordo.

Andreatta ha difeso la scelta di costituire una società in house per la gestione della rete idrica, pur aprendo alle minoranze sulle modalità di acquisizione dell’acquedotto da Dolomiti Energia attraverso un esproprio o un comodato. L’opposizione - forte del parere del giurista Ugo Mattei, che ha definito illegittima la new co - chiede di conoscere subito i dati. Il sindaco ha provato a proporre un nuovo testo di delibera, subordinando la conferma della nuova società ai successivi approfondimenti. Ma i margini di un’intesa appaiono stretti. Intanto anche il gruppo di Progetto Trentino attacca Andreatta accusandolo di un «gioco a rimpiattino»: «Noi abbiamo lavorato in modo costruttivo per modificare la delibera in un documento di buon senso - scrivono i consiglieri - purtroppo l’aula è bloccata da un sindaco che prosegue il suo gioco senza decidere. Un teatrino frutto di una concezione della politica logora e superata, un atteggiamento gravemente irresponsabile. Non si può portare in aula una delibera che prevede un esborso di 37 milioni e poi tentennare in questo modo».













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