Trento

Accordo finanziario con lo Stato, ecco il testo

Rossi relazione al Consiglio provinciale, minoranze all'attacco: "Autonomia penalizzata". Ed è polemica sul testo: Kompatscher lo distribuisce a Bolzano, a Trento arriva solo nel tardo pomeriggio



TRENTO. Sui contenuti dell'accordo finanziario siglato mercoledì a Roma tra lo Stato e le Province di Trento e Bolzano, il presidente Ugo Rossi ha riferito oggi in consiglio provinciale. «Fino al 2017 - ha spiegato  - il concorso annuo a carico del bilancio della Provincia consisterà da una parte in accantonamenti sul bilancio statale e di obiettivi di miglioramento del patto di stabilità interno: 837 milioni di euro.

L'accordo con Roma

Nell'ambito di tale importo gli accantonamenti, che rappresentano un contributo al pagamento degli oneri del debito pubblico, sono pari a 413 milioni di euro (per la Provincia di Trento tale importo corrisponde a circo lo 0,5% dei predetti oneri. Dall'altra sarà il concorso a titolo di riserve dell'erario: circa 180 milioni di euro. Per un totale di circa 1.017 milioni di euro. Sommando anche il concorso garantito in base all'accordo di Milano il valore complessivo risulta pari a circa 1.585 milioni». «Dal 2018 - ha aggiunto - viene meno il concorso in termini di patto di stabilità e il contributo si riduce a circa 34 milioni di euro, mentre dal 2019 vengono meno anche le riserve all'erario. Pertanto nel 2018 il concorso, al netto dell'Accordo di Milano, è pari a 560 milioni di euro, comprensivo di 180 milioni di euro di riserve all'erario. Dal 2019 il concorso, al netto dell'Accordo di Milano, è pari a 380 milioni di euro e non è soggetto ad alcun aggiornamento fino al 2022. Dal 2023 è previsto l'aggiornamento in relazione alla variazione annua degli oneri del debito pubblico nazionale». «I predetti concorsi - ha sottolineato - conseguono a un criterio di ripartizione dei contributi a titolo di accantonamento basato, secondo quanto previsto dall'accordo, sull'incidenza del prodotto interno lordo del territorio di ciascuna Provincia sul prodotto interno lordo regionale. Criterio che riflette la capacità economica di ciascun territorio provinciale. L'applicazione di tale criterio determina un incremento del contributo della Provincia di Trento, paro a circa 40 mln di euro, a fronte del quale la Provincia di Bolzano riconosce spazi finanziari a valere sul patto di stabilità per circa 34 milioni di euro. L'accordo prevede l'uscita dal patto di stabilità della Regione e delle Province dal 2016. Da tale data trova applicazione la disciplina sugli equilibri di bilancio. Peraltro fino al 2017 la Regione e le Province devono garantire i concorsi agli obiettivi di finanza pubblica previsti dall'accordo, escludendo che lo Stato possa modificare l'attuale entità del concorso anche in termini di patto di stabilità al di fuori da quanto previsto dall'accordo medesimo». «Nell'ambito dei concorsi sopra indicati - ha concluso Rossi - verranno scomputati gli oneri riferibili alle nuove deleghe in materia di funzioni amministrative, organizzative e di supporto alla giustizia, di agenzie fiscali e quelle inerenti al parco nazionale dello Stelvio, oneri stimabili in circa 50 mln di euro annui. Ipotizzando l'attivazione delle nuove deleghe dal 2015, lo scomputo inciderebbe in riduzione sul concorso in termini di accantonamenti e di riserve all'erario definito per il medesimo anno in circa 590 milioni». «In sede di sottoscrizione dell'accordo, il governo - ha poi specificato - si è impegnato politicamente a introdurre nella legge di stabilità per l'anno 2015 anche una norma speciale per il pieno riconoscimento in capo alla regione e alle Province dell'autonomia finanziaria con riguardo alla materia del coordinamento della finanza pubblica, adeguando la propria legislazione ai principi costitutivi limiti, in base allo Statuto, per l'esercizio delle rispettive competenze legislative. Conseguentemente verrà riconfermato che la regione e le Province provvedono, per sè e per gli altri enti del settore pubblico locale, ad adottare autonome misure di razionalizzazione e contenimento dela spesa".

 Minoranze all'attacco. Per Rodolfo Borga (Civica Trentina) si tratta di un accordo inadeguato: "La prima delle questioni da rilevare è l'assoluta mancanza di quelle certezze, giuridiche o politiche che siano, che secondo il Presidente Rossi l'accordo garantirebbe. Qui la sola cosa certa è che la Provincia ritira i ricorsi pendenti per un valore di circa 3 miliardi di euro, che con ogni probabilità avrebbe vinto al pari di altri analoghi, rinunciando così alla sola arma di pressione di cui disponeva". Critiche anche da Lega e Forza Italia. «Non solo calano drasticamente le risorse rispetto all'Accordo di Milano del 2009, ma viene di fatto legittimata l'ingerenza dello Stato nell'autonomia delle due Province autonome di Trento e Bolzano», dice il consigliere Giacomo Bezzi (FI).

Ed è nata oggi anche una polemica sulla trasparenza. Il testo dell'accordo, subito distribuito a Bolzano dal presidente della Provincia Arno Kompatscher in concomitanza con la sua relazione all'aula, è rimasto invece off limits per i consiglieri trentini fino al pomeriggio inoltrato, tra le proteste dei consiglieri di minoranza (come Maurizio Fugatti della Lega) e di maggioranza (Luca Zeni del Pd).

Qui il testo integrale dell'accordo di Roma.

 

 













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