ABORTO

Aborto: donne in piazza per la "194"

Anche in Trentino scatta la mobilitazione per difendere la legge sull'interruzione di gravidanza. E intanto la senatrice Binetti parla di coerenza dei cattolici in politica. Voi cosa ne pensate


Milena Di Camillo


 TRENTO. “In quanto donna...”: sarebbe bastata questa frase - per chi ha vissuto battaglie analoghe una trentina di anni fa - per evocare altre mobilitazioni. Oggi il linguaggio è cambiato ma le ragioni per tornare in piazza, le giovani di allora accanto a quelle di oggi, sono le stesse. “Giù le mani dalla 194”: uno slogan che torna dal passato, richiamato prepontemente dai fatti di Napoli ma, più in generale, dai rinnovati attacchi alla legge dello Stato che regolamenta l’interruzione volontaria di gravidanza.

 Le donne si troveranno oggi in piazza Fiera, dalle 16 alle 20, per “riprendere la parola” sulla 194 ma non solo. Così, ieri, è stata annunciata la manifestazione da un gruppo di donne di diversa provenienza ed esperienza.
 La vicenda di Napoli (Silvana, la donna che, affrontato un aborto terapeutico, all’uscita dalla sala operatoria è stata interrogata per la presunta illiceità della sua scelta) è stato l’elemento scatenante che ha dato il “la”, in tutta Italia, a manifestazioni di donne. La protesta è contro quel fatto, quella violenza esercitata su una donna che già viveva la dolorosa rinuncia a una maternità voluta e consapevole, ma anche contro la pretesa moratoria sull’aborto (lanciata da Giuliano Ferrara) e contro chi non ha mai smesso di pensare all’annullamento della 194.

 E anche Trento ha risposto, facendo reincontrare donne che, forse, non si vedevano da tempo, occupata ciascuna di loro in altri campi di impegno sociale o lavorativo. Ecco, allora, scendere in campo donne della Cgil, di Rifondazione comunista, Comunisti Italiani, Leali del Trentino, Ds, Coordinamento donne Trento, Arcigay. Queste, almeno, le appartenenze delle promotrici della mobilitazione che, però, non avrà connotazioni di parte. E così si spiega che ieri, a presentare l’iniziativa, ci fosse anche Franca Berger («un tempo radicale, ora non più») ma indiscutibile femminista storica. Accanto a lei la giovane Elisa Belledi (Rc), Fabrizia Bort (Leali), Margherita Cogo (Ds e vicepresidente della giunta provinciale), Tiziana Greggio e Claudia Loro (Cgil), Patrizia Rigotti (Comunisti), Aida Ruffini (coordinatrice donne Ds), Stefano Cò (Arcigay).

 “In quanto donna”: per dire, tutte insieme, che la legge 194, nata da una difficile mediazione per stanare e sanare l’aborto clandestino e lo sporco mercato che ne derivava, è una buona legge che ha permesso di ridurre il ricorso all’aborto. Le statistiche lo confermano e se la riduzione non è ancora maggiore è per le fasce deboli di donne che non accedono alle informazioni sulla prevenzione: le giovanissime e le immigrate.
 Oggi come allora si difende il diritto di autodeterminazione della donna, non “contro” qualcuno ma a tutela della propria dignità. Si rifiuta di essere oggetto di mercanteggiamenti politici, di strategie populiste per raccattare manciate di voti, pretendendo di semplificare una scelta - interrompere una gravidanza - affatto facile o banale. Si chiede, semmai, di investire di più nella prevenzione.
 In piazza Fiera, oggi, si parlerà di tutto questo, ritessendo la rete di “parole” che hanno fatto forti le donne.













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