A spasso dal ponte di ferro al biotopo

Lavis, terminati i lavori per realizzare la passeggiata lungo il greto dell’Avisio. Niente panchine per il rischio di piene


di Daniele Erler


LAVIS. Sono ormai conclusi i lavori alla passeggiata sull'Avisio, che dal ponte di ferro all'imbocco con San Lazzaro, prosegue poi sino a raggiungere il biotopo.

Il primo tratto (sino all'altezza del ponte S. Giovanni sulla nazionale) è in realtà già usufruibile da oltre un anno, la vera novità è l'accessibilità del resto del percorso (nei pressi di via Lungo Avisio, sino al biotopo), zona che nei mesi scorsi era invece interessata dai lavori. Nelle prossime settimane qualche intervento riguarderà ancora la zona nei pressi della pista ciclabile che porta a nord (verso Zambana), vicino al punto d'atterraggio per gli elicotteri. Per il resto, ormai la passeggiata è interamente utilizzabile dai Lavisani, che di fatto. soprattutto negli ultimi weekend afosi, ne hanno già approfittato, trovando così una valida alternativa contro il caldo, rispetto alla piscina di via della Roggia.

Negli ultimi anni, sono stati i Bacini montani - il servizio provinciale che si occupa dei corsi d'acqua - ad interessarsi dei lavori: un consolidamento arginale e una risagomatura delle sponde, con un'attenzione particolare all'architettura del paesaggio. Ma è stata anche l'occasione per una bonifica dei terreni, con molti ordigni ancora abbandonati dalla Seconda Guerra Mondiale.

Ora, con una determina del dirigente di Bacini Montani Roberto Coali, l'alveo del torrente viene concesso (nella sua parte destra) al Comune di Lavis, che potrà utilizzarlo per fini ricreativi. «Questa passeggiata dà la possibilità di un godimento turistico del torrente e di un suo sfruttamento ricreativo», spiega Coali. «In altre parole, è un posto dove andare per prendere refrigerio e fare due passi». Il Comune di Lavis per la parte destra, e quello di Trento per la parte sinistra, si occuperanno d'ora innanzi della manutenzione dell'area verde, raccogliendo i rifiuti e garantendo la percorribilità del tratto. In tutto ciò, un disciplinare regolamenta gli obblighi per i due comuni, che non potranno ad esempio prevedere alcuna infrastruttura sul percorso. «Non si possono mettere né panchine, né altro - conferma Coali - perché questa è tutta un'area che viene potenzialmente interessata dalle piene, e la presenza di qualsiasi infrastruttura è potenzialmente pericolosa». Resta insomma un'area verde, un percorso dal grande fascino, che rinsalda lo storico legame fra i Lavisani e il loro torrente.

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