A Povo in funicolare: servono 25 milioni

Da piazza Venezia alla collina in meno di 5 minuti: ma mancano i soldi. Gilmozzi: «Priorità alla dorsale nord-sud della città»


di Chiara Bert


TRENTO. Una funicolare su un tracciato di quasi 2 chilometri, capace di portare 140 persone in meno di 5 minuti da piazza Venezia a Povo passando per le gallerie degli ex rifugi antiaerei. Opera da libro dei sogni? Per i prossimi anni sì, stando a quanto ha detto l’assessore provinciale Mauro Gilmozzi martedì sera a Povo, all’incontro organizzato da Pd e Cantiere civico democratico per discutere di mobilità: «Per noi la priorità dei prossimi anni - ha spiegato l’assessore - è il collegamento nord-sud della città. E siccome si tratta di un alto investimento finanziario, il collegamento con la collina dovrà venire dopo».

Tra le tante opzioni messe sul tavolo da dieci anni a questa parte, la scelta però è stata fatta e lo studio della Provincia c’è, con tragitto, tempi di percorrenza, capacità di trasporto e sistema di imbarco. Il progetto prevede un tracciato che si sviluppa su una lunghezza di 1800 metri circa, alternando tratti all’aperto (722 metri), altri in galleria (790 metri) e altri in viadotto (285 circa). Stazione di valle in Piazza Venezia, «punto strategico», ha sottolineato Gilmozzi, «perché a due passi dal centro storico e snodo di collegamento degli autobus urbani». Stazione di arrivo a Povo, nei pressi del parcheggio all’incrocio tra via dei Valoni e via Sabbioni, vicino al polo scientifico universitario e del centro di ricerca della Fbk. Da qui andrà studiato un prolungamento per l’ultimo tratto di circa 200 metri fino all’abitato di Povo: un’opzione potrebbe essere un tapis roulant. A circa metà del tracciato è stata prevista una fermata intermedia a Mesiano, sede della Facoltà di Ingegneria e poco distante dalla fermata della ferrovia della Valsugana. La funicolare a terra - che viaggerebbe senza macchinista con orario programmato - permetterebbe di trasportare 1300 persone all’ora per direzione (130-140 a vettura) con corse di meno di 5 minuti, un minuto di sosta in stazione, trasporto biciclette.

Quello che manca, al momento, sono le risorse per finanziare l’opera: 25 milioni di euro il costo stimato, anche se in sede di appalto potrebbero esserci delle economie, ha spiegato Gilmozzi, e comunque la funicolare consentirebbe di dimezzare le attuali corse della linea 5 per Povo. Con circa 5 mila studenti che ogni giorno raggiungono le facoltà di collina (ingegneria a Mesiano e Scienze e matematica a Povo), sommati al migliaio di auto dei residenti che si spostano quotidianamente verso la città e ritorno, la collina est - hanno detto Gilmozzi e l’assessore comunale alla mobilità Michelangelo Marchesi - è un bacino di utenti sicuro che giustifica un impianto di trasporto pubblico innovativo.

Ma la priorità dei prossimi anni, ha ribadito Gilmozzi, è la dorsale nord-sud che dovrà attraversare la città collegando Trento nord, la stazione, il Muse, il futuro ospedale, Mattarello. Come? Potenziando e prolungando la Trento Malé, che sarà trasformata in una metropolitana urbana. Lo studio di fattibilità - realizzato da Trentino Trasporti con Rfi - sarà pronto tra un mese e mezzo: obiettivo procedere per stralci, in primis quello per servire il Not da qui a qualche anno. Un investimento stimato in 220 milioni.

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