la truffa 

A 92 anni smaschera i furfanti

Il noto commercialista Bruno Fronza ne ha fatto condannare uno che usava lo stratagemma degli abbonamenti non pagati



TRENTO. La truffa va spesso a buon fine, purtroppo. A casa della vittima arriva una lettera dai toni minacciosi in cui gli viene intimato di pagare una somma (spesso importante) a saldo di abbonamenti a riviste che la persona presa di mira non solo non ha mai sottoscritto, ma di cui di mira ignora del tutto l’esistenza.

Nel caso in questione, si trattava di fantomatiche riviste di associazioni di polizia e la vittima designata era Bruno Fronza, 92 splendidi anni il prossimo luglio (va ogni giorno al lavoro nel suo ufficio), commercialista e personaggio notissimo in città e da sempre impegnato sul fronte della beneficenza. E l’errore dei truffatori, forse ingannati dall’anagrafe, è stato proprio quello di prendere di mira lui.

Perché, quando nel giugno del 2015, gli è arrivata la lettera di una fantomatica ditta con sede a Monza in cui gli si intimava il pagamento di 3mila e 212 euro. Lettera seguita da telefonate dal contenuto nemmeno tanto velatamente minatorio. Una serie di controlli ha permesso di appurare che la società in questione, nella propria ragione sociale, non aveva alcun incarico di recupero crediti.

E così, il dottor Fronza, affiancato dall’avvocato Marcello Paiar, ha provveduto a denunciare i due responsabili della ditta. E il giudice Enrico Borrelli deve averla pensata allo stesso modo e ha condannato un trentenne di Monza (l’unico che è stato possibile identificare) a due mesi e venti giorni di reclusione.













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