118, è emergenza per il personale

Pochi operatori alla centrale. Una denuncia per mancata risposta al centralino


Sandra Mattei


TRENTO. Scoppia il caso della carenza di personale di Trentino Emergenza, con la conseguente diminuzione del personale sull'ambulanza di notte, da tre a due operatori, decisione sulla quale autisti e infermieri sono pronti a dar battaglia. Ranghi ridotti anche alla centrale operativa: lunedì scorso è successo che un cittadino abbia chiamato per un'emergenza, senza ottenere risposta.

La segnalazione arriva da un abitante della Val di Sole, che si è trovato lunedì all'alba un turista incosciente in mezzo alla strada, a Dimaro. «Erano le 2.30 circa - racconta - ed ho evitato per un pelo un turista tedesco che era steso sulla strada, forse perché ubriaco, forse per un malore, all'altezza del Ristorante "Al Ponte". Avendo qualche difficoltà motoria, non sono riuscito a spostarlo, per questo ho provato a chiamare il 118, ma il telefono è squillato a vuoto per ben tre volte». Per fortuna, commenta il signore, il caso di mancato soccorso non ha avuto conseguenze, e probabilmente il turista si è ripreso da solo.

Ma la denuncia solleva interrogativi sull'efficienza del soccorso in Trentino. Un autista di Trentino Emergenza conferma che due operatori alla centrale operativa, di notte, sono solo due e succede spesso anche a loro che, chiamando per chiedere una precisazione sull'indirizzo o per comunicare, debbano attendere per ricevere la linea, perdendo minuti preziosi. L'autista sottolinea che la periferia è senz'altro più penalizzata della città, perché non entra in funzione l'automedica come nel resto d'Italia. Per questo la comunicazione arrivata in questi giorni al personale di Trentino Emergenza di togliere un operatore dall'ambulanza, ha esasperato ulteriormente gli animi.

In Trentino il sistema di soccorso prevede che l'automedica copra solo il territorio di Trento e dintorni, mentre per il territorio provinciale interviene l'ambulanza con l'autista soccorritore (in grado di partecipare all'intervento di emergenza) e l'infermiere per interventi di media gravità, per quelli più complessi si invia l'elicottero, che ha a bordo oltre al pilota e al motorista, un infermiere, un medico e un rappresentante del Soccorso alpino. Di notte, non uscendo l'elicottero, sull'ambulanza c'erano finora tre operatori, mentre da agosto si vorrebbe mantenere solo l'autista e l'infermiere, mettendo così a rischio secondo il personale l'efficienza del soccorso. L'assessore alla sanità Ugo Rossi parla di semplici spostamenti per far fronte a problemi di ferie e malattie. Ma in una nota la Cisl Funzione pubblica parla di «voler trovare le giuste soluzioni ai problemi». Dalle Donne e Parzian aggiungono: «Non accettiamo nessuna logica di riduzione, ma di riorganizzazione ed ottimizzazione del servizio». E concludono: «Non accettiamo che anche in questa occasione si scarichino sugli operatori le inefficienze e le disorganizzazioni provenienti anche da "rendite di posizione"».













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