sentenza

Terrorismo legato all’Isis, prima condanna in Trentino

Tre anni e 8 mesi per il 22enne Mines Hodza, italiano di origini kosovare residente nel Basso Trentino: secondo l'accusa progettava un attentato di matrice jihadista. Lui in aula: "Non avrei mai fatto male a qualcuno". Assolta la moglie 19enne

LE INDAGINI Fermati dai carabinieri dei Ros nel 2002: erano incensurati



TRENTO. Arriva la prima condanna in Trentino, nonché una delle poche in Italia, per terrorismo internazionale legato all'Isis con l'imputato trovato in possesso di materiale esplodente.

Mines Hodza, 22 anni, residente nel Basso Trentino, è stato condannato a 3 anni e 8 mesi di reclusione per fabbricazione o detenzione di materiale esplodente. Il giovane ha già scontato 1 anno e 9 mesi di arresti domiciliari. La difesa ha chiesto l'assoluzione e ora valuta il ricorso in appello. Assolta, invece, la moglie 19enne per non aver commesso il fatto.

Hodza venne arrestato dai carabinieri del Ros nel giugno del 2022: secondo l'accusa, stava progettando un attentato di matrice jihadista contro un obiettivo posto in provincia di Trento.  Le indagini erano partite da una segnalazione dell'Fbi che indicava che il giovane e la compagna si erano radicalizzati sui social. Secondo l'accusa Hodza, perito chimico, avrebbe pensato di progettato un attentato di matrice jihadista in Trentino. Il giovane aveva infatti sottratto all'azienda dove lavorava le sostanze per sintetizzare fino a 400 grammi di Tatp ma non ha mai realizzato l'esplosivo.

Così i giovani kosovari arrestati si addestravano per la Jihad: il video dei Ros

I Carabinieri del ROS, con il supporto del Comando Provinciale Trento, del Gruppo di Intervento Speciale (G.I.S.) e del Raggruppamento Investigazioni Scientifiche, il 15 giugno scorso, hanno eseguito un provvedimento di ferno nei confronti di due giovani incensurati, un uomo e una donna, indagati per associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico, arruolamento ed addestramento con finalità di terrorismo anche internazionale.

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Hodza rimane agli arresti domiciliari. L’imputato, nell'aula di tribunale, a Trento, ha preso le distanze dalla jihad. "Non avrei mai fatto del male a qualcuno", ha detto in aula durante il processo. Il pm Davide Ognibene aveva chiesto la condanna a sei anni e due mesi ma il gup ha riconosciuto le attenuanti generiche, applicando sconto della pena per il rito abbreviato e la collaborazione di Hodza, che si è dissociato.

 













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