Lavoro

Settore porfido: firmato il nuovo contratto collettivo provinciale

Ai lavoratori 100 euro in più sul fisso e fino a 50 sul cottimo



TRENTO. Per i 500 lavoratori del porfido trentino sono in arrivo 100 euro di aumento sulla retribuzione fissa e fino a 50 sul cottimo. Questo, in estrema sintesi, il risultato della lunga e non facile contrattazione che ha vissuto, nel corso dell’estate, momenti di confronto anche acceso, con un prolungato sciopero durato ben 8 giorni.

Il rinnovo del Contratto collettivo vede riconosciuto un incremento di 60 Euro lordi sull'indennità di settore, da corrispondersi in 3 tranche progressive: più 40 Euro da ottobre 2023, più 15 da marzo 2024 e più 5 da marzo 2025. Già a partire da questo mese, inoltre, l'indennità sostitutiva di mensa è incrementata di 1,63 Euro fissi giornalieri, integralmente a carico del datore di lavoro. Spieghiamo meglio: chi fruisce della mensa non dovrà più contribuire per sostenere il costo del pasto, mentre chi non ne fruisce si vedrà accreditato in busta paga il mancato costo di 1,63 Euro; in un mese si tratta quindi di una cifra di circa 34 Euro.

Ancora, si riconosce un premio presenza individuale, parametrato alle giornate effettivamente lavorate nel corso dell'anno solare da ciascun dipendente: da 161 a 170 giorni di effettivo lavoro/anno: 2 Euro al mese, da 171 a 180 giorni 4 Euro al mese, da 181 giorni in su 6 al mese.

Passando al cottimo, il coefficiente è innalzato da 2,32 a 2,45. Tradotto in parole semplici: per chi già ora fa il cottimo si oscilla tra i 30 e i 50 Euro in più, a parità di lavoro svolto prima della firma del nuovo contratto.

Questo nuovo “Ccpl” avrà validità fino al 30 aprile 2026.

Nell’ottobre 2022, dopo molteplici incontri, le parti datoriali avevano sottoscritto, con Fillea e Filca, un accordo ponte di sospensione momentanea della trattativa di rinnovo, a fronte del riconoscimento di un importo una tantum, a titolo di welfare aziendale, pari a 600 Euro.

Come si ricorderà, nel maggio 2023 i lavoratori avevano dichiarato lo stato di agitazione per rinnovare un accordo che non veniva più aggiornato dall’ottobre del 2017. A luglio cominciò lo sciopero che doveva durare 5 giorni e che poi si prolungò per altri 3.













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