in alto adige

Scoppia il caso dell'acqua "del sindaco" a 1,20 euro

La denuncia: «Un bicchiere d'acqua dal rubinetto al costo di 1,20 euro: inaccettabile». La replica. «Prezzi in linea con altri Comprensori e abbiamo fontane ovunque». Ma l'esercente accusato dà un'altra versione: «Era acqua di bottiglia»



BRESSANONE. «Un bicchiere di acqua del sindaco, come si dice in gergo, ma al costo di 1,20 euro: inaccettabile». Questo, il post polemico di una cittadina residente a Bressanone apparso nei giorni scorsi su un gruppo Facebook, dopo che la stessa aveva consumato due caffè e due bicchieri di acqua naturale in un bar ristorante sulla Plose. Totale dello scontrino: 5,20 euro, ovvero, 1,40 euro a caffè, ma è quell'euro e venti centesimi per un bicchieri di acqua del sindaco a non essere andato giù alla signora.

Il punto è che 1,20 euro è esattamente il prezzo applicato a listino dall'esercente per un bicchiere di acqua minerale dalla bottiglia, quindi non del rubinetto, secondo quanto indicatoci dal ristoratore in questione il quale, a nostra domanda diretta ha risposto: «Da noi se bevi un caffè ricevi un bicchiere d'acqua e per questo non esiste un sovrapprezzo, ma nel caso della cliente che ha postato lo scontrino del nostro ristorante, evidentemente si deve essere sbagliata, visto che da quanto ci risulta le sono stati serviti due caffè e due bicchieri d'acqua naturale ma dalla bottiglia», spiega l’esercente.

Un poco come accadde in occasione della conversione della lira in euro, la riapertura di bar e ristoranti dopo mesi di lockdown potrebbe generare speculazioni come incontrollati aumenti dei prezzi al consumo, magari motivati proprio dalla chiusura forzata e conseguenti perdite d'incasso. Una tentazione che però non sembra essere proprio il caso di questo esercente brissinese.

Sulla delicata vicenda, soprattutto per una località che vive principalmente di turismo e d'immagine associata a questo, interviene anche Alessandro Marzola, managing director di Plose Ski S.p.a. «Ogni ristorante è libero di chiedere quello che vuole, ma detto questo è difficile entrare in queste tematiche specifiche dei prezzi al consumo, proprio perché se in città un caffè costa 1,50 in montagna può costare anche di più. Detto questo, non è possibile opinare sui prezzi perché spesso manca l'oggettività e ognuno presenta le cose come vuole, mentre per quanto mi compete i prezzi applicati dal nostro comprensorio sono simili rispetto a quelli di altri», spiega Marzola.

Ovviamente, gli aumenti sono sempre possibili, ma non per quanto riguarda il costo dell'acqua corrente. Infatti, aggiunge Marzola: «Alla Plose si sta portando avanti un’azione denominata Refill, grazie alla quale sono a disposizione degli utenti moltissime fontane disperse nei sentieri ma anche nei rifugi stessi, dove questi possono farsi riempire le borracce d'acqua che da noi è assi buona, ma senza spendere un centesimo», sottolinea Marzola che aggiunge: «Lavare il bicchiere, pagare il cameriere, oppure occupare un tavolo rappresenta un costo per gli esercenti, quindi ognuno fa i suoi conti ed è giusto chiedere qualcosa, visto che tutto è relazionato ai costi di gestione, anche se oggi al costo di 9,90 euro è sempre possibile acquistare una bottiglia in alluminio e riempirla quando si vuole, gratuitamente», rimarca Marzola. J.M.













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