assistenza

Rsa, la Provincia tira dritto: si scende a 1 infermiere per 15 ospiti. La Fenalt: «Ingiustificato e pericoloso»

Confermato il nuovo rapporto ospiti-infermieri.  L’assessora Segnana: «La carenza di personale è un problema complesso, servono soluzioni praticabili. Il confronto continua»



TRENTO. La Provincia non cambia idea e al momento conferma la decisione con cui ha disposto – con una determinazione del dirigente Giancarlo Ruscitti – di modificare il rapporto fra ospiti e infermieri nelle RSA (da 10 a 1 a 15 a 1) e la reperibilità su più sedi dell’operatore, anche di notte, nelle strutture fino a 70 degenti.

Il dato è emerso durante l’incontro di ieri (22 luglio) tra amministrazione provinciale e rappresentanti di Upipa, Spes, Consulta provinciale per la salute, sindacati e Ordine delle professioni infermieristiche, che avevano bocciato duramente la scelta di Piazza Dante.

"Da parte della Provincia c'è la massima volontà di lavorare assieme ai diversi attori coinvolti per trovare, in un confronto che proseguirà anche nei prossimi mesi, soluzioni praticabili di fronte ad un problema, la carenza di personale infermieristico nelle Rsa, complesso e che richiede interventi in ambiti diversi", ha spiegato l'assessora alla sanità Stefania Segnana. "Seguiamo con attenzione e in stretta collaborazione con l’Azienda sanitaria i casi puntuali che ci vengono segnalati; stiamo lavorando con i territori per rendere più semplice e attrattivo spostarsi a lavorare nelle strutture più periferiche. Siamo già venuti incontro alle esigenze di carattere economico prospettate degli enti gestori. Si sta investendo anche nella formazione".

Duro il giudizio della Fenalt. “Non possiamo che confermare la gravità delle conseguenze di questa decisione che riduce i livelli di assistenza in un’estate torrida, particolarmente pericolosa per gli anziani, e durante la quinta ondata del Covid, mettendo a rischio la sicurezza di operatori e degenti e aumentando i carichi di lavoro”, dice il vicesegretario Roberto Moser. “Per altro – come a molti è sfuggito - il provvedimento risale al

13 maggio 2020 ed è stato rinnovato alcune settimane fa. Ma se nel maggio del 2020 potevano esserci reali problemi di carenza di personale causati dalla pandemia, oggi la situazione è completamente diversa e non giustifica più tale misura”.

Ciò che sconcerta ulteriormente, per la Fenalt, è “la assoluta mancanza di trasparenza da parte dell’Amministrazione provinciale”: “Non è accettabile – prosegue Moser – che nei passati incontri l’Assessorato abbia addirittura negato l’esistenza di questo provvedimento. Si tratta di un comportamento che mina la fiducia nei confronti dell’istituzione, non solo la fiducia del sindacato e dei lavoratori che esso rappresenta, ma anche quella delle altre parti sociali in campo. E’ un modo esplicito di sottrarsi al confronto”.

“Possiamo solo prendere atto – conclude Moser - di quanto questo Assessorato abbia sbagliato in questi anni, fallendo in pieno il suo mandato. Mi spiace dover osservare come occorra ripartire dai fondamentali: ovvero dalla buona fede e dal rispetto reciproco”.













Scuola & Ricerca

In primo piano