Su via Dante sono arrivate le strisce 

Per i genitori degli scolari erano irrinunciabili. Gli operai del comune le hanno realizzate ieri mattina



ROVERETO. L’ultima protesta risale a poche settimane fa, quando approfittando del carnevale i ragazzi della scuola Regina Elena (ed i loro genitori) avevano creato la maschera “strisce pedonali”. Per rimarcare che un attraversamento protetto (per il codice della strada, almeno, le strisce lo sono) era indispensabile. Adesso, in piena quaresima, le strisce sono arrivate. Ieri mattina gli operai del comune le hanno dipinte a ridosso dell’intersezione tra via Follone e via Dante. Il progettista del viale se ne farà una ragione.

Perché se l’utilità non si discute, nemmeno si può negare che sul disegno in pietra della strada sono un pugno nell’occhio. Così come orribile è la piazzola dell’autobus, anche lei ridisegnata sopra la pavimentazione di pregio come fosse il più becero degli asfalti.

Le ragioni per cui l’amministrazione ha cercato fino al limite di evitare il rifacimento della vecchia segnaletica orizzontale, quella a terra, è essenzialmente proprio estetico. Ma il motivo per cui il progettista non l’aveva prevista, quando magari realizzata a sua volta in pietra avrebbe potuto aggiungere un elemento di arredo urbano invece che deturpare la pavimentazione, è che in realtà via Dante è stata pensata per un uso pedonale e ciclabile, non per le auto. Riaperta al traffico obtorto collo (commercianti su tutti, ma anche genitori dei bambini della scuola consideravano la pedonalizzazione una disgrazia e una condanna per l’intera città) ha manifestato tutti gli ovvi rischi che comportano la commistione di auto, bici e pedoni sullo stesso limitatissimo spazio e senza delimitazioni certe. E quindi avanti con la vernice. Consola il fatto che è vernice, appunto. E che se a passerella di piazzale Orsi finalmente realizzata si scoprirà che pedonalizzarla non è follia, con un secchio di solvente si può mettere tutto a posto. (l.m.)













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