Soldi spariti in parrocchia don Ezio Seppi patteggia 

L’ex parroco di Chizzola ha già risarcito la Curia vendendo il suo appartamento Ieri era imputato per appropriazione indebita, punito ma con una pena mite



ROVERETO. In aula non ci è nemmeno entrato, ieri mattina per l’udienza preliminare che di fatto chiude la sua vicenda giudiziaria. Don Ezio Seppi, l’ex parroco di Chizzola rimosso dall’incarico dalla Curia, ha patteggiato - come aveva peraltro richiesto ancora in sede di indagine dal suo difensore - davanti al gup Monica Izzo per l’accusa di appropriazione indebita. Secondo la Curia, don Seppi, come pare oramai accertato per corrispondere al ricatto di Cristian Cortea, avrebbe elargito nel tempo varie somme fino a un totale stimato in 170 mila euro al romeno (ma la cifra è sempre stata contestata dalla difesa) per comprarne il “silenzio”. Quello di Cortea e soprattutto quello delle due ragazze romene che avrebbero circuito l’anziano parroco minacciandolo poi di rivelare le sue debolezze documentandole con prove video, e promettendo riservatezza in cambio di denaro. Denaro che don Seppi avrebbe prelevato (a titolo di “prestito temporaneo”, non sapendo dove altrimenti recuperare certe somme) dalle casse della parrocchia, pur di evitare lo scandalo. Che però lo ha comunque travolto, con la notizia dell’arresto di Cortea e delle ragazze romene.

Nel frattempo don Ezio ha ceduto la propria abitazione privata alla Curia, sanando così il capitolo dei risarcimenti. Don Seppi ha dunque patteggiato 4 mesi di reclusione e 400 euro di multa. L’avvenuto risarcimento ha pesato abbastanza come attenuante da equivalere le aggravanti. L’anziano parroco è così riuscito nell’intento di evitare danni peggiori. Cortea invece, su cui pendeva l’accusa più grave, quella di estorsione, ha patteggiato qualche settimana fa una pena di tre anni e mezzo davanti al Gup Riccardo Dies, e dovrà risarcire a don Ezio - parte lesa nel procedimento per estorsione - una cifra tutto sommato modesta (tremila euro).

Secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti, Cortea in combutta con le due ragazze romene aveva spinto l’anziano parroco ad avere rapporti intimi con esse, facendogli poi credere di aver filmato tutto e utilizzando il video come arma di ricatto. Don Seppi, per non correre rischi, aveva deciso di sottostare al ricatto e pagare quanto gli era stato chiesto, ma per saldare il conto aveva attinto dalle casse della parrocchia. La Curia aveva però scoperto gli ammanchi e sollevato don Seppi dall’incarico di parroco.

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