«Siete con noi: trasformiamo il dolore in amore»

ROVERETO. E’ una lettera commovente quella scritta da Elena Patoner, dell’associazione Spagnolli, un ricordo delle persone speciali che non sono più tra noi, ma la cui memoria non potrà mai morire....


Anna Maria Eccli


ROVERETO. E’ una lettera commovente quella scritta da Elena Patoner, dell’associazione Spagnolli, un ricordo delle persone speciali che non sono più tra noi, ma la cui memoria non potrà mai morire. Ad iniziate dal fondatore, il dottor Carlo Spagnolli scomparso recentemente, ad Armando Aste, morto un anno fa, a Giuliano Stenghel, tradito dalla montagna quest’estate. In calce alla lettera, anche le foto di Jérôme e Joelle, giovani sposi che avrebbero dovuto dirigere un centro saveriano nel Burundi: trucidati nel fiore degli anni. Lorraine, altra giovane creatura portata in Italia piccolissima, grazie all’associazione Spagnolli, per essere operata al cuore, a Verona. Qui si è fermata, ha studiato e a 18 anni è andata in Africa per conoscere la sua famiglia, ma il cuore non ha retto all’emozione; Joelle, poi, altro giovane che in Burundi avrebbe dovuto dirigere un centro per giovani dei Padri Saveriani, fino al bel volto di Patrizia Bellini, di Mori, personaggio chiave per l’associazione, come ci spiega Giuliano Tasini, morta a soli 50 anni.

Speranza di nuova linfa

Ecco la lettera che suona come una lunga metafora dell’operare nel mondo, dello sgomento che coglie quando scompare qualcuno e nella speranza che nuova linfa possa sgorgare dal dolore. Un rinnovato commiato per chi si è speso con passione e cuore per gli altri: <Sembra impossibile che su questo terreno, dopo il gelo dell'inverno, possa tornare la vita, eppure sappiamo che è così. Sappiamo che questa bellezza non si dissolve nel nulla. È con il ritorno dei mille verdi e delle mille tinte che sbucherà la primavera ripristinando i cicli sempre meno precisi delle stagioni. Torneranno i fiori per generare frutti, che porteranno semi, e che riposeranno nuovamente sotto il candido gelo. Fasi intense che contengono gli ingredienti della vita: il germogliare e crescere, la maturazione, la caduta, il riposo, l'esplosione di una nuova vita. Anche noi siamo natura e il nostro ciclo oltrepassa l’anno per scandirsi in fasi di vita. A volte questo processo si interrompe lasciandoci sgomenti di fronte al mancato raccolto. Tutto improvvisamente si ferma abbandonandoci nell'amara impossibilità di accettare e comprendere. Spesso però, se si guarda con occhi lungimiranti, è possibile intravedere il bene anche dove il dolore sembra aver cancellato tutto. In alcune occasioni è proprio la scomparsa a generare nuova linfa vitale e una nuova forma di amore. Non è un amore che consola la sofferenza e la mancanza che, come lance conficcate nel cuore, permangono ma è un'apertura a nuovi sentieri dove l'assenza genera unione e l'unione genera nuova vita. Solo un pensiero... per dirvi che siete ancora qui
con noi, nei nostri ricordi e nei nostri gesti che continuano a trasformare il dolore in amore. A tutti coloro che, seppur dall'alto, hanno volato e volano con noi, ci hanno ispirato e continuano ad ispirarci in questi anni>. (Elena P.)













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