Partono i lavori in piazzale Orsi 

Da domani la bonifica bellica. Tutta l’area interessata dal sottopasso da via delle Grazie alla stazione e a via Zeni va analizzata dagli esperti alla ricerca di bombe inesplose. Un piano di sondaggi che si concluderà a metà settembre


Luca Marsilli


Rovereto. Il passaggio era atteso e segna un primo passo in grado di convincere gli ultimi scettici, in una città dove san tommaso avrebbe la fama di credulone. domani mattina partono le indagini del suolo nel tratto interessato dal sottopasso che collegherà via delle grazie con via zeni e via prato, con collegamento a metà strada alla stazione dei treni. è il sottopasso pedonale atteso come soluzione definitiva (almeno nel senso che altro non si potrà ragionevolmente inventare: se basterà lo dirà solo il tempo) alla convivenza di auto, bici e attraversamenti pedonali in piazzale orsi. da sempre indicata come la causa prima degli ingorghi che funestano la mobilità cittadina

Il progetto

La soluzione individuata è un sottopassaggio che sarà però allungato fino ad oltre l’areale della ferrovia. Con due scopi. Il primo è di ricucitura storica di un tessuto urbano che proprio la costruzione della ferrovia, in epoca asburgica, aveva spezzato. Dal cento di Rovereto dall’attuale via Vannetti scendeva fino a San Giorgio una strada di cui resta solo un troncone di poche decine di metri: via delle Grazie, appunto. La sua prosecuzione di allora è l’attuale via Prato. Pedoni e ciclisti da San Giorgio oggi sono costretti ad aggirare l’intera area di stazione e scalo merci, arrivando fino a viale Vittoria o a via Manzoni. Il sottopasso sanerà quella ormai più che secolare frattura. Ed un discorso che non è solo sentimentale, perché cambia le “distanze” favorendo un accesso alla città in bici o a piedi. L’altro aspetto forse ancora più decisivo è di prospettiva. Nell’area tra stazione ferroviaria e via Zeni si realizzerà la nuova stazione autocorriere. Il sottopasso collegherà quindi la città anche con quella. Infine, l’accesso da via Zeni renderà sostanzialmente bifronte anche la stazione dei treni. Aprendo un collegamento più rapido con i binari per tutta la vasta e popolosa porzione della città che si trova a ovest della ferrovia.

La bonifica

Il progetto è approvato e finanziato da tempo, ma la bonifica dagli eventuali ordigni bellici è il primo passo della realizzazione. Trovandosi a ridosso di stazione e binari, in un’area pesantemente bombardata nella fase finale della seconda guerra mondiale, la possibilità che l’area nasconda ancora delle bombe inesplose è tutt’altro che da escludere. Si procederà dunque prima di tutto a sondaggi accuratissimi, tracciando una rete di fori a distanza di circa due metri l’uno dall’altro fino a sette metri di profondità. Ovviamente procedendo con una trivella dopo che la prima bonifica superficiale avrà verificato la sicurezza del punto scelto. In quei fori si caleranno quindi gli attrezzi in grado di rilevare masse di metallo significative. Ad indagine completata si potrà avere la certezza della sicurezza dell’area. Va da sé che in caso si rilevassero masse sospette andrebbero portate alla luce e, se si dovesse trattare di ordigni, disinnescate. Una ipotesi che allungherebbe molto i tempi di un intervento già molto significativo: partendo domani, gli esperti stimano di poter concludere la bonifica più o meno a metà settembre nell’ipotesi che non si trovi nulla da disinnescare. In caso contrario non si possono fare previsioni: dipende da quali ordigni, di che dimensioni e in quali condizioni di conservazione si troveranno.

Viabilità modificata

Per procedere alle indagini col minimo impatto sul traffico, sarà garantita la percorribilità di una corsia della statale per ogni senso di marcia, mentre i percorsi pedonali saranno ridefiniti al bisogno. Questo comporterà un restingimento della carregggiata, con qualche inevitabile rallentamento.













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