«Nell’urbanistica non ci sono scorciatoie»

Rovereto. L’urbanistica fa i conti col territorio, la sua storia e con gli errori del passato. ne esce un quadro complesso. quanto e perché lo spiega l’assessore maurizio tomazzoni.«ancora nel secolo...



Rovereto. L’urbanistica fa i conti col territorio, la sua storia e con gli errori del passato. ne esce un quadro complesso. quanto e perché lo spiega l’assessore maurizio tomazzoni.

«ancora nel secolo scorso prevaleva nella pianificazione urbanistica, la concezione espansionistica. si arrivò a preconizzare che il “villaggio globale” delle comunicazioni che si stava prefigurando, si estendesse anche all'abitare (...). il senso del limite era questione ancora utopica, e crescita demografica con relativo consumo di suoli altrettanto infinito, facevano parte della necessità di prevedere un futuro di infinita espansione. l'ideologia delle risorse illimitate è stata messa in discussione dalle avvisaglie della sofferenza e limitatezza del “sistema mondo”, la cui diagnosi prevede necessariamente comportamenti virtuosi anche dei singoli e delle piccole comunità.

Prevedere il futuro

La pianificazione urbanistica ha il compito di cercare di prevedere il futuro, e guidarne lo sviluppo. Oggi, in particolare dopo la crisi economica del 2008, nessuno più si azzarda a fare previsioni a lungo o medio termine come le grandi espansioni edilizie, ma si ragiona piuttosto sulla possibilità di rendere reversibili certe previsioni, agendo anzitutto sul metodo della pianificazione (perequazione per esempio) e soprattutto sulla cultura dell'abitare e vivere il territorio (paesaggio). Questa premessa per cercare di spiegare il cambio culturale che a partire dai primi anni del secolo ha inciso sulla cultura della pianificazione urbanistica. Si tratta però di confrontarsi con una serie di previsioni dal punto di vista giuridico irreversibili, quali le possibilità edificatorie di singole particelle che ne hanno variato il valore, od i famigerati crediti edilizi “volanti”, che una volta determinati e stabilito i luoghi di possibile “atterraggio”, rappresentano un diritto acquisito.

Negli anni '60 a Rovereto il dibattito urbanistico partiva da una concezione espansiva, e la città da 50.000 abitanti era già ipotizzata. Uno dei luoghi indicato per la futura espansione fu la Vallunga, ed il nucleo di tale intenzione è ancora visibile, rappresentato del complesso Amnil che sovrasta una collina che nelle intenzioni doveva essere interamente lottizzata. Non si fece nulla dell'edificazione privata, ed infine neppure dell'Amnil che oggi è il monito di una rappresentazione urbana che in altri luoghi ci mostra colline coperte da villette e infrastrutturazione precaria.

I Prg “espansivi”

Ma i prg “espansivi” non si sono fermati alle intenzioni degli anni '60 o alla zonizzazione degli anni '80. l'ultimo è stato il prg del 1999 l'estensore del quale, pierluigi cervellati, si scagliò duramente contro la “villettopoli” che caratterizzava molte periferie urbane di pregio. una critica al modo di espandere la città quindi non al fatto che rovereto dovesse puntare ad avere 50.000 abitanti. il modo per contrastare tale sistema insediativo fu aumentare la capacità edificatoria dei lotti, consentendo la costruzione sia di edifici pluri-familiari che di edifici a schiera. tale previsione è tutt'oggi caratterizzante le aree che portano verso la vallunga. rientrano nell'ambito della irreversibilità delle previsioni urbanistiche, tra quelle che sommano valore ai suoli. stesso ragionamento vale per le varie volumetrie in deroga, quali il 20 per cento di ampliamento nelle ristrutturazioni, i bonus energetici od i crediti edilizi.

Si può solo aspettare

Le prospettive future per queste concessioni che di fatto snaturano lo strumento PRG, sono le stesse che per le volumetrie concesse nel '99 (il famigerato milione di metri cubi): ovvero attenderne l'esaurimento naturale. (...) Tutte le altre soluzioni, tipo pretendere che una amministrazione possa impedirli con qualche forzatura autoritaria, sono solo dimostrazioni di scarsa conoscenza della disciplina urbanistica e dei risvolti giuridici da essa generati, oltre che di demagogia spicciola».













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