Morì sul cantiere in ospedale Ma resta difficile capire come

ROVERETO. Era il giorno dei testimoni dell’accusa, al processo per la morte il 13 luglio 2015 di Miodrag Jancovic, l’operaio caduto e morto sul colpo mentre lavorava per la Geco Srl alla palazzina...



ROVERETO. Era il giorno dei testimoni dell’accusa, al processo per la morte il 13 luglio 2015 di Miodrag Jancovic, l’operaio caduto e morto sul colpo mentre lavorava per la Geco Srl alla palazzina che sarebbe diventata il nuovo centro dialisi del Santa Maria del Carmine. A rispondere di omicidio colposo e di una serie infinita di irregolarità legate alla sicurezza del cantiere sono stati chiamati i dirigenti delle due aziende coinvolte (oltre alle Geco, la Battaiotto Impianti) e tecnici incaricati della sicurezza. In un processo che ad oggi non è ancora riuscito a chiarire con certezza se l’uomo sia caduto da un ponteggio o dal tetto della palazzina. Si sa che stava sistemando dei teli isolanti a completamento del cappotto, prima della posa del rivestimento finale. Al momento della caduta sarebbe stato solo. Nessuno lo avrebbe visto al lavoro e quindi può dire con certezza da dove e come stesse operando. L’unica certezza è che è caduto e che in un cantiere non si dovrebbe cadere. Sono già state fissate altre due udienze, il 7 e il 14 marzo. Per sentire testimoni della difesa e periti e quindi per le conclusioni e la sentenza.













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