«Mart, un unicum mondiale»

Roma. Dall’autunno caldo alla “bomba” Caravaggio di primavera. Ecco il nuovo Mart, quel Mart che vuole scrivere una nuova pagina nel rapporto con il territorio, che punta a mostre di grande rilievo e...


GIANCARLO RUDARI


Roma. Dall’autunno caldo alla “bomba” Caravaggio di primavera. Ecco il nuovo Mart, quel Mart che vuole scrivere una nuova pagina nel rapporto con il territorio, che punta a mostre di grande rilievo e dalla forte dimensione turistica perché aldilà dell'arte e della cultura contano, eccome se contano, i numeri «in termini di ritorno economico sul territorio». Ne sono consapevoli, anzi lo hanno detto a chiare lettere alla Stampa Estera di Roma in occasione della presentazione dell’“Autunno caldo” del Mart il presidente della giunta provinciale Maurizio Fugatti con l'assessore alla cultura Mirko Bisesti, il presidente del Mart Vittorio Sgarbi con il direttore Gianfranco Maraniello, presenti anche il vicepresidente Silvio Cattani, la presidente della quinta commissione provinciale Alessia Ambrosi e la responsabile della Galleria civica di Trento Margherita de Pilati. Gianfranco Maraniello, entusiasta «dell’impronta l'impronta sgarbiana» come l’ha definita, ha evidenziato l’importanza di «trovare senso nel contemporaneo per fare del Mart un unicum mondiale». Mostre straordinarie sono state definite quelle che partiranno dal prossimo ottobre (vedi pagina fronte con tutto il programma dell'autunno), che sono un’anticipazione dell’altrettanto ricca primavera che porterà al Mart Caravaggio e successivamente Raffaello e Canova. «Ora ci limitiamo alla “bomba” Bernardo Strozzi, ma in primavera arriva la “bomba” Caravaggio ha detto Sgarbi annunciando un accordo tra Trentino e Sicilia per portare a Rovereto un dipinto di Caravaggio «custodito in una teca speciale». Per l’opera in città si è parlato di una cifra sui 200.000 euro, ma varrà la pena perché con Caravaggio l’obiettivo del presidente Sgarbi è quello di portare in città 200.000 persone. «Con me palazzo Reale a Milano è cresciuto enormemente ed ora che sono a Rovereto vogliamo martizzare il mondo» parola del critico d’arte. «Un autunno caldo per qualità delle mostre e per intensità di energie per il territorio. Siamo solo all’inizio di un nuovo corso di un museo straordinario» ha aggiunto Maraniello riferendosi al tema della “contemporaneità” (non per nulla il museo di Botta ed Andreolli è di arte moderna e contemporanea) che con Sgarbi avrà una nuova declinazione.

Un ambiente frizzante

Ne è convinto il presidente Fugatti che (accennando ad un sorriso) ha riconosciuto a Sgarbi di aver portato «un ambiente frizzante nel mondo dell’arte: questo è importante anche perché lo fa gratis». «Sei un democristiano come Renzi e Di Maio - ha ribattuto il Sgarb - Vi ho portato qui (alla Stampa Estera ndr) per farvi uscire dalla dimensione provinciale e anche perché siete un po’ stranieri...». Poi la sviolinata a Maraniello «un ragazzo stabile, bravo, il migliore degli storici contemporanei. Devo decidere se rinnovare il suo contratto o cacciarlo... Non ha un’idea sull’arte contemporanea che non coincida con le mie... » E dopo aver ripercorso il programma dell’autunno caldo ed aver esaltato gli artisti protagonisti delle mostre, ha evidenziato l’efficienza della struttura («pensavo di partire io con le mie idee in primavera ma mi hanno anticipato con l’autunno») anche se «la vera bomba sarà Caravaggio che dialoga con l’arte contemporanea così come successivamente farò dialogare Raffaello e Canova». Il Mart per il suo presidente è «un museo straordinario e devo dare atto a Maraniello (che in più occasioni Sgarbi l’ha definito «più furbo di una volpe») rimesso ordine alle collezioni. E’ vero che lui ha una visione elitaria e antipopolare del Mart - ha aggiunto tra il serio e il faceto - contro le masse sudate e puzzolenti («e chiama una mostra Margherita Sarfatti che pochi o nessuno conoscono») di visitatori ma se non si dà un motivo di richiamo popolare non viene nessuno a vedere le tue mostre. Ma dateci tempo qualche mese e le cose cambieranno...». E se lo dice il presidente Sgarbi non potrà che essere così...













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