Le minoranze sul Natale «Il flop è colpa di Valduga» 

«La scelta del mercatino corto, il bando poco dettagliato e senza penali e poi l’ostruzionismo a Carollo: spettava al sindaco evitare danni alla città»


di Luca Marsilli


ROVERETO. Sul bilancio appena approvato le minoranze sono d’accordo sul giudizio: bocciatura solenne. Perché povero di concretezza e di opere, perché non contiene nulla di quello di cui ci sarebbe bisogno per il rilancio della città,per la mobilità, per il sostegno all’economia. Ovviamente le posizioni si differenziano, spaziando da destra a sinistra, sul merito di cosa si dovrebbe fare, ma il risultato non cambia: quello che per qualcuno è troppo, per l’altro è troppo poco. Sottolineando tutti che è proprio dalla maggioranza che in aula sono venuti gli attacchi più duri. «Se cinque consiglieri su dieci (il resto sono assessori e presidente del consiglio) arrivano a dire a Valduga che così non va, forse sarebbe ora che il sindaco prendesse in considerazione la possibilità di non essere infallibile ed onnisciente. E che magari qualche volta uno spunto o un’idea buona possano venire anche a qualcun altro».

Ma è sul tema del giorno (e per la verità anche di tutto l’ultimo mese) che i rappresentanti delle minoranze (Filippi, Prosser, Zenatti ed Angeli con Vergnano assente per lavoro ma presente “in spirito”) trovani una compattezza granitica: sul totale fallimento del Natale roveretano, Valduga non può chiamarsi fuori accusando il Tar di avergli imposto una gara. E nemmeno può salvarsi imputando tutte le colpe a Carollo, che peraltro ha sofferto anche del palese ostruzionismo dell’amministrazione comunale. La responsabilità - spiegano gli oppositori - è tutta e comunque dell’amministrazione. Incapace evidentemente di stendere un bando che la mettesse al riparo da improvvissazioni e colpi di testa, e poi incapace di correggere in corsa l’andamento delle cose quando è stato evidente che si stava andando verso un bagno di sangue per la città. E infine, unica e totale responsabile della scelta di imporre lo stop del mercatino al 24 dicembre, con l’effetto di avere oggi Rovereto deserta e desolata mentre Riva e Trento - solo per guardare vicino a noi - sono affollate di turisti e trentini. «Per una città che punta anche su commercio e turismo, il Natale è l’evento dell’anno. Rovereto quest’anno è riuscita a cancellare quanto di buono costruito nei dieci anni precedenti. Col risultato che il prossimo anno bisognerà cominciare da capo, cercando di ricostruire una credibilità e una visibilità che si sono oggi fatti a pezzi».

Sulla chiusura anticipata dei mercatini - aggiungono - categorie economiche, forze politiche e addirittura membri della maggioranza hanno chiesto al sindaco un ripensamento. Ma non è arrivato. Sul tanto discusso presepe, si sarebbe potuto evitare prima inserendo nel bando una previsione specifica di utilizzare quello di proprietà del comune e poi semplicemente pretendendo di vedere ed approvare un bozzetto di quanto si intendeva realizzare. Ci sono sempre dei limiti, se chi deve farlo si impegna per farli rispettare. Invece la giunta ha solo preso le distanze da Carollo e dal “suo” Natale come se non fosse stato anche quello della città. E come se il danno - economico e di immagine - derivato dal flop clamoroso e annunciato non venisse pagato da tutti i roveretani.

Per il futuro, concludono, l’atto di indirizzo che prevede mercatino lungo e organizzazione del Natale concertata dovrebbe evitare altri disastri. «Ma lo abbiamo imposto noi, non è certo merito di Valduga».

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