«La Rsa Vannetti è vittima delle carenze della politica» 

Il dibattito politico. Zambelli evidenzia dedizione e disponibilità del personale nella gestione degli ospiti durante l’emergenza sanitaria e sottolinea le responsabilità dei ritardi del Comune



Rovereto. «La Vannetti non ha carenza di professionalità, ma è vittima delle carenze della politica». Ad affermarlo è il candidato sindaco Andrea Zambelli che interviene nel dibattito aperto da Gloria Canestrini (anche lei candidata sindaco) alla quale ha risposto sul Trentino di ieri la presidente della Vannetti Daniela Roner. Il tema, come è noto, riguarda la gestione dell’energenza Covid nelle strutture per anziani. «Se c'è un settore della vita cittadina cui la città deve essere profondamente grata per la totale dedizione e disponibilità, anche a rischio della propria incolumità personale, questo è il mondo delle professioni sanitarie. Per questo addolorano particolarmente le stucchevoli e ingenerose parole della candidata sindaco Canestrini nei confronti dei vertici e del personale della Vannetti - afferma Zambelli - . Se l'assunto di partenza è condivisibile (ossia l'enorme sacrificio imposto agli ospiti, alle loro famiglie e agli operatori) certamente non lo è l'individuazione delle cause in presunte carenze in capo al personale e agli organi direttivi della Vannetti. Forse ci siamo dimenticati troppo in fretta delle devastazioni e delle morti che il Covid-19 ha disseminato nelle Rsa e come queste costituiscano uno degli anelli più fragili della catena di contenimento di un virus particolarmente insidioso e trasmissibile. Forse ci siamo dimenticati troppo in fretta delle polemiche che -sempre col senno di poi - hanno puntato l'indice sull'eccessiva "apertura" di queste strutture. Chiusa quella polemica ora se ne apre un'altra contraria. E soprattutto si dimentica, e questo appare davvero incredibile, che la gestione della crisi nelle Rsa, la rigida applicazione di procedure particolarmente impegnative e gravose non appartiene certo all'ambito decisionale di una Rsa , ma è rigorosamente codificata da linee guida nazionali e provinciali. Pur dentro uno scenario delicatissimo la Vannetti è riuscita meglio di altre a contenere la diffusione del virus, a curare e assistere i propri ospiti con uno spirito che è andato ben oltre la semplice professionalità e di cui la città deve essere particolarmente fiera. Abnegazione che ha permesso alla Vannetti di essere una struttura green: ossia una struttura completamente ripulita dalla presenza del virus. Certo, questo ha richiesto il pagamento di un prezzo altissimo a tutti, ma non si poteva fare diversamente e di più rispetto al pregiudizio che si sarebbe potuto arrecare in termini di sanità pubblica in caso di ripresa del contagio. Piuttosto che accusare ingiustamente il personale della Rsa per racimolare qualche voto occorre mettere a fuoco le enormi mancanze della politica roveretana che ha abbandonato a se stesso il mondo delle Rsa non fornendo quegli strumenti che la città da anni reclama a gran voce e che l'emergenza pandemica ha esacerbato in tutta la sua gravità. La politica deve rispondere alla città del perché la seconda Rsa di piazzale De Francesco, i cui lavori sono iniziati nel 2009 (!) non è ancora stata consegnata con un ritardo ingiustificabile di almeno quattro anni - scrive Zambelli – .

Struttura vetusta e inadeguata

Allo stesso tempo deve assumersi la responsabilità di avere impedito l'avvio dei lavori per la terza rsa di via ronchi puntando su una incredibile ristrutturazione della vannetti. immaginiamo, invece, come avrebbe potuto essere la qualità del lavoro degli operatori e la qualità di vita degli ospiti se solo la città avesse avuto a disposizione la seconda rsa e magari la terza in fase di esecuzione; immaginiamo come avrebbero potuto lavorare e vivere scaricando il peso che una struttura vetusta e inadeguata come la casa rossa ha dovuto sopportare in questi mesi. sicuramente ne sarebbe migliorata la fiducia dei cittadini nei confronti di una politica che sa dare risposte. oggi, invece, rovereto porta sulla propria pelle i segni evidenti dell'immobilismo e dell'incapacità di progettare il futuro da parte della politica. e' arrivato il tempo di riflettere profondamente su questo per chiudere la lunga stagione di inerzia che la città ha dovuto patire».















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