«La rigenerazione inclusiva passa dalle periferie»

Rovereto. Piaccia o non piaccia il progetto di rigenerazione urbana tiene banco nelle discussioni politiche (e non solo) in città: c’è chi ne condivide l’analisi, chi la contesta, chi vorrebbe un...



Rovereto. Piaccia o non piaccia il progetto di rigenerazione urbana tiene banco nelle discussioni politiche (e non solo) in città: c’è chi ne condivide l’analisi, chi la contesta, chi vorrebbe un intervento piuttosto che un altro per rianimare la città... E sempre al centro del confronto restano le attività commerciali. Come nell’intervento di Francesco Cimmino, ex consigliere comunale di Rovereto Merita (con candidata sindaco Barbara Lorenzi): «Fare oggi impresa - conclude - è certamente complicato in centro, ma per una rigenerazione urbana inclusiva è decisivo sostenerlo nelle periferie». Riprendendo l’analisi di Iscom, Cimmino coglie uno spunto di riflessione che definisce “le divergenze del percepito”: «In estrema sintesi il turismo, che a Rovereto è di matrice essenzialmente culturale, secondo l’Iscom può iniziare ad essere considerato una componente della città ma non certo in valore assoluto, è ancora una potenzialità che però non sta sufficientemente incidendo né, a mio parere, può farlo nel breve periodo sul tessuto economico.

I “nuovi” roveretani

Più efficace, più caratterizzante ed anche più rapido se non decisivo sarà allora accrescere il numero dei frequentatori, dei “nuovi” roveretani, attraverso due percorsi paralleli: a) accelerando il riposizionamento del comparto industriale, segnato dalla chiusura progressiva di importanti realtà e dalla stagnazione di altre, verso il polo dell’innovazione aumentando il numero di unità di produzione 4.0, centri di ricerca e startup innovative; b) incrementando la presenza dell’offerta universitaria in tutte le sue articolazioni, dalle facoltà di studi ai centri interdipartimentali ai laboratori di ricerca, che raggiungano punte di eccellenza nazionale ed internazionale. Così Rovereto in breve tempo potrebbe riuscire ad allargare i confini della sua area di gravitazione, andando ad intercettare ben oltre i 145mila abitanti presenti nel raggio di 30 chilometri dal suo centro storico».

Operatori più attivi

Il secondo spunto di riflessione riguarda “le divergenze tra azione e reazione”. «Rovereto è stata oggetto nel tempo (e lo sarà ancora) di una serie di investimenti sull’ “hardware” della città, in particolare sullo spazio pubblico e sui collegamenti viari... Non basta un piano di progettualità per la riattivazione di 100 locali vuoti... Occorre anche aggiornare il “software” di funzionamento, il sistema di relazioni che possano produrre una nuova fase di rilancio di Rovereto e del suo commercio. Ma non è pensabile che l’amministrazione comunale predisponga al meglio il contenitore e si occupi in esclusiva anche del contenuto... gli operatori per essere sul mercato oltre alla complessità della gestione del punto vendita devono necessariamente integrarsi col tessuto locale, sviluppare servizi comuni e azioni di gruppo tra essi... Devono essere fucine di idee agili e di iniziative facilmente praticabili» afferma Cimmino riprendendo Iscom. Infine “le divergenze tra centro e periferie” per ribadire l’importanza di una «rigenerazione urbana inclusiva sostenendo le periferie» per evitare di creare quartieri dormitorio ove finisce per proliferare la micro delinquenza». G.R.













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