Concessionaria condannata 

L’auto “denuncia” la frode

Rovereto. Probabilmente dopo avere pagato 41 mila 840 euro per un’auto usata (sia pure molto poco) il problema non erano nemmeno tanto i 189 euro di spesa non prevista, ma il fastidio di essere stata...



Rovereto. Probabilmente dopo avere pagato 41 mila 840 euro per un’auto usata (sia pure molto poco) il problema non erano nemmeno tanto i 189 euro di spesa non prevista, ma il fastidio di essere stata presa per i fondelli. E di non trovato da parte della concessionaria nemmeno quel minimo di creanza che avrebbe suggerito di chiedere scusa e rimediare. E così C.E. si è rivolta al giudice di pace Paola Facchini, che le ha dato piena soddisfazione. Condannando la concessionaria (che non ha nemmeno risposto alla chiamata in giudizio né si è presentata alla richiesta di spiegare le proprie ragioni) al risarcimento richiesto ed alle spese processuali.

I fatti risalgono al gennaio 2019. La signora acquista l’auto usata (9.565 chilometri) e paga 41.840 chilometri. Quattrocendo dei quali, da fattura, per “tagliando completo”.

Il tempo di fare 50 chilometri e la centralina elettronica richiede l’additivo Ad Blue (in uso sui veicoli Euro 6) e la donna intuisce che il tagliando proprio a regola d’arte non era stato fatto. Pochi mesi dopo la stessa centralina, più efficace della Stasi, “denuncia” l’impostura: intima di fare entro 30 giorni il tagliando palesando che quello dei due anni non era stato effettuato. La donna si rivolge ad un’altra autofficina e lo ottiene, per 189 euro. Ma a quel punto chiede alla concessionaria la restituzione dei 400 euro pagati per una prestazione non effettuata e dei 189 spesi in più. Senza avere nessuna risposta. Vano anche il tentativo di negoziazione assistita. Restava solo la causa. Ora la condanna: la concessionaria N. pagherà i 589 euro più i 373 di spese.













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