Due farmacisti condannati per i rimborsi “truccati” 

La sentenza del tribunale. Un anno e sei mesi (pena sospesa) per i titolari delle farmacie di Mori e per il dispensario di Marco. Cade per tutti l’accusa di associazione a delinquere


GIANCARLO RUDARI


Rovereto. L’accusa più pesante (associazione per delinquere) è caduta per tutti. E’ rimasta in piedi la truffa ai danni dello Stato per la quale ieri in tribunale è arrivata la condanna. Ma non per tutti gli undici imputati del processo a carico dei titolari e dipendenti delle farmacie di Mori e il dispensario farmaceutico di Marco: un anno e sei mesi (pena sospesa) rispetto ai 3 anni chiesti dal pm sono stati inflitti ai titolari Francesco Kostner e Roberto Candioli. Inoltre i due farmacisti dovranno liquidare il danno (rimettendo la liquidazione al giudice civile) con una provvisionale di 10.000 euro all’Azienda sanitaria provinciale che si è costituita parte civile, così come la farmacia Monte Albano è stata condannata ad una sanzione pecuniaria di 51.600 euro. Si chiude così in tribunale a Rovereto la prima fase (visto che sicuramente si andrà in appello) di un lungo processo (oltre sessanta i testimoni ascoltati, quasi tutte persone anziane) e di una indagine da parte della guardia di finanza, che ha utilizzato telecamere nascoste ed intercettazioni ambientali, iniziata nel 2017.

Una lunga indagine

Secondo il magistrato che ha curato l’indagine, il sostituto procuratore Fabrizio De Angelis, i farmacisti e le farmacie avrebbero percepito dall’Azienda sanitari rimborsi indebiti per 43.000 euro. In quale modo? Lucrando, stando all’accusa, sul rimborso per i presidi sanitari che non sarebbero stati consegnati ai pazienti: in sostanza chi aveva diritto ad alcuni presidi sanitari (ad esempio per incontinenti o diabetici) avrebbe consegnato il “buono” ai titolari delle farmacie o ai loro dipendenti ricevendo in cambio materiale per un valore inferiore del buono stesso. E la differenza, stando alle accuse della procura, se la sarebbero intascata Candioli e Kostrne con la compiacenza dei loro dipendenti. Cosa che invece è stata esclusa dal giudice Mariateresa Dieni nella sua sentenza di assoluzione di tutti i dipendenti. Contro l a condanna dei due titolari, l’avvocato Claudio Tasin ricorrerà in appello: «La sentenza è la prova della nostra onestà - commenta il legale a nome dei farmacisti - e con serenità affronteremo l’appello. E’ venuto meno il castello accusatorio dell’associazione per delinquere e quindi nessuna iniziativa individuale era stata concertata. Si tratta solo di eventuale interpretazione di errori contabili che hanno ingenerato il coinvolgimento dei dipendenti. E i rimborsi p resunti contestati alla fine erano di 4.000 euro in cinque anni»













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