De Probizer: «Errori, non truffa» 

Il farmacista di Villa si difende in aula: accuse ingiuste, mancano solo 240 euro



ROVERETO . Paolo De Probizer ci teneva a dire la sua nel processo in cui è imputato assieme ad altri colleghi farmacisti e medici di base, per l’indagine che ipotizza un “giro” truffaldino di rimborsi ai danni dell’Azienda sanitaria. E ieri si è presentato in tribunale per spiegare la propria posizione in una spontanea dichiarazione, davanti ai giudici. Il farmacista, che oggi ha 71 anni, ha rigettato ogni accusa: «Sto dietro il bancone di una farmacia da quasi 40 e da altrettanti anni sono il titolare della farmacia di Villa Lagarina. Sono fortunato perché in tutti questi anni ho goduto di una professione di prestigio e che mi ha dato tante soddisfazioni, anche economiche. Ho ricoperto cariche nell’Ordine dei Farmacisti e lavorato a fianco a fianco dell’Azienda sanitaria come ispettore nelle farmacie della provincia . Credo di essermi guadagnato il rispetto e l’onorabilità della comunità di Villa, dei colleghi farmacisti e dei medici». E proprio ora, mentre sta per passare la mano cedendo l’attività alle figlie, si ritrova - spiega De Probizer stesso - a giudizio per accuse che non esita a definire «infamanti». De Probizer non accetta «di essere dipinto con un ladro, che ha truffato l’Azienda sanitaria. E per cosa? Per 240 euro, nella peggiore delle ipotesi. Questo è il valore delle medicine che sono indicate in capo di imputazione». Una cifra simile, De Probizer spiega, equivale a un dozzina di scatole di farmaci, in un anno e mezzo di indagine. «Se ci sono stati errori nella dispensazione dei farmaci, sono stati fatti solo ed unicamente in buona fede». Si tratta per giunta di farmaci dove il margine è minimo (il guadagno netto è di 20 centesimi a scatola).













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