Così la città mette al bando botti e fuochi d’artificio 

Il Consiglio si scopre unanime. Inquinamento, pericolo e rumori insopportabili per gli animali. La mozione di Pozzer trova l’appoggio convinto di maggioranza e opposizioni. Si va verso un regolamento comunale che ne vieti l’utilizzo


Luca Marsilli


Rovereto. Trovare il modo giuridicamente sostenibile per farlo spetterà al sindaco, ma la volontà del Consiglio per una volta è chiarissima e unanime: con fuochi d’artificio, botti, razzi e simili è ora di finirla. Inquinano (secondo studi recenti, produrrebbero in una sera più polveri sottili di un inceneritore in un anno), terrorizzano gli animali, danno fastidio a chi deve subirli suo malgrado e ogni anno feriscono e uccidono troppe persone, tra coloro che incautamente ne fanno uso. E tutto questo in nome di una “tradizione” che a Rovereto non ha nulla di “tradizionale”. Importata negli ultimi decenni dopo che nel mezzo secolo precedente la si bollava semplicemente come malcostume che non ci apparteneva.

La mozione presentata da Ruggero Pozzer - chiedeva “Botti pirotecnici rispettosi di animali e ambiente” - ha trovato un consiglio addirittura più sensibile di quanto il consigliere Verde potesse sperare, tanto che prima dell’approvazione il dispositivo è stato emendato in termini più severi. Incarica l’amministrazione di verificare con tecnici specializzati l’impatto di fuochi d’artificio e botti e quindi intervenire con un regolamento che ne limiti l’utilizzo o lo vieti del tutto sul nostro territorio.

Le ragioni sono sostanzialmente di salute pubblica. Oltre ad essere pericolosi, fuochi e botti liberano nell’aria metalli pesanti, polveri sottili e inquinanti. Un costo ambientale e in salute del tutto ingiustificato, visto che effetti anche migliori si possono ottenere con giochi di luce altrettanto spettacolari e ad impatto ambientale zero. Mancherà il rumore, il botto appunto, ma se ne può fare serenamente a meno. Rispettando così anche tutti quegli animali selvatici e domestici che avendo un udito molto più fine del nostro, soffrono anche fisiologicamente le deflagrazioni.

Sono intervenuti, tutti concordando e a rafforzare le richieste della mozione, Romano, Colla, Airoldi, Marco Zenatti, Luscia, Miorandi, Carlo Plotegher, Lanaro. Il solo Bisoffi della Lega Nord ha suggerito un approccio più morbido, per gradi, partendo magari con il divieto per determinate zone della città e con la possibilità di proroghe per eventi specifici. Ma non ha trovato alcun seguito e ha votato alla fine assieme a tutti gli altri: tra i 25 sì. I presenti in aula erano 26: si è astenuto Romano. «Non voterò questa delibera ragionevole, proprio perché è troppo ragionevole. I botti non hanno ragione di esistere. Non ne capisco il senso. Vietiamoli e basta, di cosa dobbiamo preoccuparci? Questa è una mezza misura e per questo non la voterò».













Scuola & Ricerca

In primo piano

Film Festival

Lo scioglimento dei ghiacciai nella poetica del teatro trentino

La Stagione Regionale Contemporanea si conclude con “Rimaye” di AZIONIfuoriPOSTO, che stasera (3 maggio) darà spazio a un’indagine su ciò che è destinato a sparire e alla sua eredità, mettendo in relazione corpi umani e corpi glaciali. Entrambi infatti sono modificatori di paesaggio e custodi di memorie


Claudio Libera