LA DENUNCIA

«Camionista morto per stress da lavoro» 

Morì per infarto, esposto del sindacato Sbm contro Baldo Trasporti: «Faceva guidare gli autisti molto oltre il consentito»


di Giuliano Lott


ROVERETO . L’autista, 59 anni di origine serba, residente ad Ala e dipendente della Baldo Trasporti di Nomi, era stato trovato senza vita nel suo camion, in sosta nel parcheggio del magazzino ortofrutticolo Valentina di Mezzocorona, alla fine di aprile. Era arrivato verso l’ora di pranzo e stava aspettando di caricare di frutta il suo mezzo, ma non fece in tempo: venne sorpreso da un fatale scompenso cardiaco. La moglie, che da mesi «tenta di ottenere la busta paga del marito defunto e la retribuzione che allo stesso sarebbe spettata per il lavoro eseguito fino alla sua morte», spiega il sindacato di base Sbm, al quale la signora si è rivolta per ottenere le sue spettanze, ha consegnato ai sindacalisti la “carta del conducente” di suo marito. Dalla quale è emerso che, «pochi giorni prima di morire, l’autista aveva lavorato 16 ore su 24, con 15 ore e 42 minuti di sola guida, percorrendo 1.148 chilometri» spiega il sindacato, che annuncia un esposto in Procura contro la ditta di autotrasporti di Nomi. «L’autista non soffriva di malattie cardiache, aveva solo un po’ di gastrite secondo quanto dichiarato ufficialmente dal suo medico di base, era classe 1958 e quindi in piena età lavorativa. Da qui il nostro dubbio che il decesso possa essere correlato allo stress lavorativo patito nei giorni precedenti ed il giorno stesso della morte» spiegano i sindacalisti della Sbm, che per i trasporti fanno capo a Fulvio Flammini. Per i mezzi pesanti, la legge prevede

I principi del Codice della Strada in materia di guida dei veicoli pesanti, un periodo massimo di guida giornaliero di 9 ore, non consecutivo: dopo 4,5 ore di guida continuata sono necessari almeno 45 minuti di interruzione. Il riposo giornaliero è inoltre pari a 11 ore minime consecutive. «Nel caso del povero autista deceduto, la giornata lavorativa supera ogni limite legale (ed anche contrattuale) di lavoro e di guida nell’arco di una giornata solare. Attività illegittima che dovrebbe essere impedita dall’imprenditore, il quale detiene il controllo costante dei propri automezzi attraverso gli apparecchi satellitari montati sui veicoli stessi. Purtroppo, però, nel caso specifico l’impresa non pare abbia effettuato alcun intervento nei riguardi dell’autista, lasciandolo sostanzialmente “libero” da ogni vincolo regolamentare» spiega il sindacato. Secondo cui la Baldo Trasporti di Nomi nonsarebbe nuova «alla richiesta di prestazioni lavorative oltre i limiti legali ai propri lavoratori mobili. Solo un mese fa la Corte d’Appello di Trento con due distinte sentenze, ha condannato la ditta di Nomi dichiarando illegittimi, perché ritorsivi e discriminatori, due licenziamenti interessanti altrettanti autisti iscritti a Sbm, espulsi dall’impresa in quanto rifiutavano di violare le norme e di lavorare oltre l’orario previsto». Nell’istruttoria in primo grado, al tribunale di Rovereto (che pure aveva dato ragione ai conducenti licenziati), era emerso che «il titolare della ditta usava consegnare ai propri autisti, una potente calamita da applicare nel veicolo aziendale per mandare in tilt il cronotachigrafo digitale, ovvero la “scatola nera” del Tir. Il magnete provoca il blocco completo delle registrazioni, facendo risultare l’automezzo fermo, anche se l’autista sta guidando. Ne consegue che, in caso di controllo successivo delle autorità di polizia, tutte le eventuali ore lavorate in più o i riposi e le pause non effettuati dal conducente, non risultano registrate e non possono essere elevate contravvenzioni ed altri provvedimenti amministrativi che la legge impone». Un trucco «vergognoso» secondo la Sbm, che porta gli autisti «a macinare di fatto decine e decine di ore lavorative in ciascuna settimana solare, risultando però ufficialmente registrate solo quelle regolamentari previste». Secondo il sindacato di base, ci sarebbe una stretta correlazione di causa-effetto tra le ore lavorate (in eccesso) e la morte dell’autista, per stress e sovraffaticamento. L’Sbm presenterà un esposto alla Procura di Trento, chiedendo verifiche sul caso.

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