Caffetteria del Mart, pronto il progetto 

In settimana il direttore Maraniello andrà a Mendrisio per l’ultimo ok dell’archistar Botta, poi via ai lavori di restyling



ROVERETO. Se i tempi tecnici venissero rispettati, e con il favore del vento - al netto cioè di eventuali ricorsi, di intoppi burocratici e di imprevedibili lungaggini o ritardi - entro l’estate potrebbe riaprire la caffetteria del Mart, chiusa a fine ottobre di due anni fa, quando la Cosmar, la cooperativa bolzanina che ne aveva rilevato la gestione, aveva cessato l’attività , finendo in liquidazione coatta. Ma prima di tutto bisogna dare corso ai lavori di restyling, che non toccheranno granché le strutture impiantistiche, quanto andranno a influire sul tipo di servizio. A giorni il direttore del Mart Gianfranco Maraniello tornerà a Mendrisio, dall’archistar Mario Botta, per fargli approvare la stesura definitiva del progetto, già visionato dal consiglio d’amministrazione del museo. «Stiamo andando avanti - spiega Maraniello, che però non si sbilancia né sui tempi né sui contenuti -, abbiamo in scadenza il progetto esecutivo. Che è già pronto, ed è stato valutato la settimana scorsa dal cda, ma preferiamo avere una condivisione totale dei dettagli con l’architetto Botta. Non è un passaggio formale, è importante che a dare l’imprinting sia la stessa persona che ha disegnato il museo». In linea teorica, quindi tra poche settimane potrebbe partire l’iter per istruire la gara d’appalto che permetterà di assegnare i lavori di restyling. Non si tratta di lavori di particolare impatto, ed è verosimile che il cantiere si concluda in tempi piuttosto brevi. Poi si aprirà la partita della gestione, anche questa regolata da una procedura d’appalto. Nel capitolato, come già promesso a suo tempo da Maraniello, ci saranno vincoli più stringenti per la gestione, che dovrà essere, taglia corto il direttore del Mart, «più coerente con quella che è l’attività del museo. Il nuovo bando terrà conto del livello qualitativo, che dovrà segnare una discontinuità, una forte differenza rispetto al passato». Nei desiderata del direttore, c’è una caffetteria che agisce “in continuità” con l’attività del museo, che collabora cioè alla viota culturale del Mart attraverso nuove modalità, che verranno fissate nel capitolato d’appalto. «Anche perché in caso contrario - postilla Maraniello - ci ritroveremmo presto al punto di partenza». Ovvero, all’insostenibilità economica dell’operazione, qualsiasi sia il gestore, con il rischio di un altro - l’ennesimo - abbandono in corsa, un lusso che il Mart non può permettersi. Nel 2016 la caffetteria chiuse prima dell’apertura della grande mostra dedicata a Umberto Boccioni, lasciando il museo da allora in poi senza alcun punto di ristoro. (gi.l.)

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