Anpi indignata, saluti romani «oscurati» 

Il fotografo Fulvio Fiorini «censura» con polemica l’immagine dei funerali di Stelio Libardi esposta alla caffetteria Bontadi



ROVERETO. Gli antefatti sono pochi, ma significativi. Il fotografo Fulvio Fiorini da qualche mese espone alcune delle immagini del suo archivio, scattate in 23 anni di lavoro come reporter prima con l’Alto Adige, poi con il Trentino nella caffetteria Bontadi. Foto di cronaca cittadina, già esposte in occasione di una grande mostra antologica all’Urban Center, tutte in passato pubblicate nelle nostre pagine. Questo mese la scelta è caduta su quattro foto, stampate in grande formato, e in una di queste è ritratto il funerale di Stelio Libardi, ex combattente della Repubblica di Salò e storica figura della destra roveretana: il feretro è attorniato da simpatizzanti e amici, tra cui si notano Piergiorgio Plotegher e l’oggi sindaco di Avio Federico Secchi mentre fanno il saluto romano. A onor del vero, era una delle richieste che l’ormai anziano Libardi aveva fatto agli amici, essere salutato con il braccio teso. Un fatto entrato nelle cronache cittadine, documentato e descritto quando accadde, circa undici anni fa. Mario Cossali, come presidente provinciale dell’Anpi, ha protestato in maniera piuttosto vibrante per la foto esposta in uno dei locali più frequentati del centro, chiedendosi che senso avesse esporla dopo oltre 10 anni.

Fiorini non l’ha presa benissimo, e ha coperto la foto con carta da pacco su cui campeggiano la scritta “censurata” e l’articolo del Trentino che riporta l’indignazione dell’Anpi. «Sono contrario a tutte le censure» è la prima reazione di Fiorini. «La foto è stata già pubblicata ed esposta, ritrae un momento di storica della città. Non c’è nulla da censurare». Ma la foto è stata comunque coperta, quasi a recepire la censura dell’Anpi. Non c’era una volontà di provocazione nella scelta delle foto? «L’arte è provocazione, ma qui ci troviamo di fronte a una scelta di quattro immagini di cronaca, che mostrano volti diversi della città: c’è la prima moschea di Rovereto, il Patt che festeggia in piazza Malfatti con Eva Klotz, e il funerale di Libardi. Ognuna di queste può essere recepita in modo diverso, ma se Cossali, che conosco da decenni, mi avesse esposto le sue perplessità con una semplice telefonata, gli avrei spiegato il senso della mia scelta. Invece ha preferito vestire i panni del censore, e io ho oscurato la foto al posto suo. Lascio che ognuno ci rifletta sopra. Ma io, come sempre, non credo per nulla alle censure. Ci rido su, e guardo oltre». (gi.l.)

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