ROVERETO

Accusato di falsa invalidità, ma è invalido "vero"

Accusato di aver favorito con false dichiarazioni l’erogazione dell’assegno di invalidità dall’Inps e di cura dall’Azienda, il tribunale stabilisce la non autosufficienza al 100%



ROVERETO. Il caso è quello di un uomo di origine tunisina, ora vicino ai 90 anni, residente in Italia dal 2003, che, a causa di un pessimo stato di salute, era titolare di un’indennità di invalidità che percepiva dall’Inps, e di un assegno di cura che invece riceveva dall’Azienda sanitaria provinciale.

Secondo le verifiche dell’Inps, l’anziano avrebbe abusato della propria posizione, assentandosi dall’Italia per un periodo superiore a un anno continuativo nell’arco dell’ultimo quinquennio, e pertanto gli era stata contestata la truffa ai danni dell’Inps. Nei guai era finito anche il figlio, per aver favorito con dichiarazioni false il percepimento indebito dell’indennità e dell’assegno di cura.

In aula, però, la difesa ha sostenuto documenti alla mano come l’anziano fosse un “vero” invalido, del tutto incapace di essere autosufficiente, tanto che era stato giudicato non imputabile dal tribunale. È stato anche accertato che non sussistesse alcun obbligo di legge di comunicare il temporaneo espatrio, afferma invece il contrario una circolare interna all’Inps, che però non ha alcuna valenza di legge.

Caduta così anche l’accusa al figlio per false dichiarazioni. 













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